Deserta l'asta per togliere l'isola alle foci del Sarca

Nessuno è disposto a togliere di mezzo l’isolotto alle foci del fiume Sarca. Giovedì nemmeno una ditta che lavora inerti si è presentata alla scadenza dell’asta tra aziende specializzate per dragare l’alveo del corso d’acqua. Un lavoro che nelle intenzioni sarebbe stato a costo zero per le casse pubbliche perché si sperava che all’azienda vincitrice sarebbe stato sufficiente il guadagno ottenuto dalla rivendita dei 15 mila metri cubi di ghiaione scavato alle foci. Invece nulla.
La prossima settimana i Bacini montani, organo provinciale che governa le questioni «d’acqua», incontreranno le parti interessate per vedere come procedere.

«Visto che l’asta è andata deserta - spiega Lorenzo Malpaga, direttore dell’ufficio di Zona 1, Sarca e Chiese, dei Bacini Montani - faremo una riunione con i comuni interessati, primo tra tutti quello di Nago Torbole, e anche con i “portatori d‘interesse” di chi vorrebbe mantenere il cosiddetto isolotto, per capire con quale modalità modalità proseguire. Dato che la stagione estiva si va concludendo, non c’è nemmeno fretta di trovare una soluzione. Faremo un ragionamento tecnico, abbiamo il tempo per una valutazione attenta, anche per trovare le modalità con cui condividere le scelte con l’opinione pubblica».

La decisione di togliere di mezzo lo splendido isolotto di ghiaia per questioni di sicurezza sta facendo discutere nelle ultime settimane. Molte le voci contrarie, non molte quelle favorevoli, tra le quali quella del sindaco Gianni Morandi, che fa leva sulle questioni di sicurezza. Proprio la foce del fiume infatti fu teatro nel 2012 della morte di un giovane veronese annegato mentre cercava di salvare la fidanzata. Molti bagnanti ignorano il divieto di raggiungere l’isola.

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