Morta Lidia Menapace: ex partigiana e senatrice aveva 96 anni, vittima del Covid

E' morta all'età di 96 anni Lidia Menapace. Da alcuni giorni era ricoverata per Covid nel reparto di malattie infettive dell'ospedale di Bolzano.

 L'ex senatrice è deceduta alle ore 3.10. Menapace è stata nel 1964 la prima donna eletta in consiglio provinciale a Bolzano (assieme Waltraud Deeg) e la prima donna in giunta provinciale. L'attivista del movimento pacifista e femminista dal 2006 al 2008 è stata senatrice di Rifondazione comunista.

Una delegazione di Anpi Alto Adige Südtirol, nel risperto delle norme anti-Covid, renderà omaggio a Lidia Menapace, oggi pomeriggio, alle ore 15, in Piazza Adriano, presso il monumento ai Caduti della Libertà. Anpi, riferisce una nota, «invita le cittadine e i cittadini a fare altrettanto in attesa delle indicazioni della sua famiglia».


LE REAZIONI

«Il Covid si è preso anche Lidia Menapace, morta a 96 anni a Bolzano. Era sopravvissuta alla seconda guerra mondiale, ai bombardamenti, ai rastrellamenti nazifascisti. Era una delle ultime testimoni della Resistenza: fu staffetta partigiana, pacifista quando non era facile esserlo, femminista tra le prime, donna delle istituzioni, Senatrice. Minuta nel fisico, Lidia aveva una forza d’animo eccezionale, alimentata dalla sua passione per la politica come dialogo e costruzione di comunità e dalla sua sete di giustizia.
Fu tra i volti della politica nazionale che a Vicenza vennero a testimoniare gli ideali pacifisti nella battaglia contro la nuova base militare americana, al Dal Molin. Un’altra voce, preziosa, che si spegne». Così il sottosegretario di Stato Achille Variati.

«Staffetta partigiana, storica esponente del movimento femminista, tra i fondatori del Manifesto, saggista, parlamentare. Una donna in prima linea per i diritti di tutti. Partigiana sempre, partigiana per tutta la vita». Così su Twitter il vice ministro dell’interno Matteo Mauri.

«Lidia Menapace è stata una protagonista assoluta delle lotte per la democrazia, la pace, l’antifascismo, il femminismo. La sua testimonianza continuerà a guidare tutti quelli che credono nei valori per cui lei ha combattuto una vita intera». Lo afferma la senatrice della Svp e presidente del Gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger.
«Prima donna eletta nel consiglio provinciale di Bolzano nel 1964, prima donna a far parte della giunta provinciale. Il grande merito politico di Lidia Menapace è nell’aver inteso la lotta per la parità di genere come elemento fondativo di quella per la democrazia e contro ogni forma di violenza», conclude Unterberger.

«Lidia Menapace ha scritto delle pagine preziose della nostra storia. Staffetta partigiana, pacifista, si è sempre battuta per i diritti delle donne. Non dimenticheremo il suo grande impegno civile e politico». Lo scrive su Twitter il presidente della Camera Roberto Fico.

«Il suo impegno non è ispirazione solo per le donne. Per le donne, la giustizia e la pace Lidia Menapace ha dato tutto e ancora di più di quanto sia possibile dare in una sola vita. Raccogliamo il suo testimone e porteremo avanti le sua battaglie». Lo scrivono in una nota le Donne Verdi ed il Gruppo Verde nel consiglio provinciale di Bolzano ricordando «una grande piccola donna del 20° secolo, una femminista di peso e una politica appassionata fin dalla prim’ora. Presente fino alla fine».
«Una vita intera dedicata alla lotta contro le discriminazioni, contro il razzismo, contro la misoginia, ma, forse, Lidia Menapace ha vissuto più per che contro: per le donne, per l’umanità, per un pensiero aperto al nuovo, sempre disponibile al dialogo», conclude la nota.

«Addio, carissima Lidia. Forte, coraggiosa, così vivace, sei un pilastro nell’Italia democratica. Una donna della Repubblica, aperta sul mondo.
Messaggera di pace, con le donne». Lo ha detto la presidente dell’Istituto Alcide Cervi, Albertina Soliani, nel ricordare Lidia Menapace.

«Ti ricordo a Pechino, con migliaia di donne da tutto il mondo, alla IV Conferenza Mondiale delle Donne promossa dall’Onu nel 1995. Ma ancora prima, negli anni della mia giovinezza, ricordo i tuoi insegnamenti nei corsi di formazione delle donne democristiane. Una grande formazione politica, sempre un passo più avanti», ha detto Soliani. E poi, nel 1968, «in un’aula della università Cattolica di Milano, seduta sulla cattedra con le gambe a penzoloni, nel corso di un’assemblea di studenti, attenta e partecipe, sempre positiva. Ricordo quel giorno buio della Repubblica nel 2006, quando, nel Senato, stavi per diventare presidente della Commissione Difesa. Saresti stata una grande presidente. Ti fu impedito dalla corruzione politica, un misfatto», sottolinea la presidente dell’Istituto Cervi. «Hai sempre lottato, nel tuo nome continueremo. Resisteremo sempre, il cammino continua. Ciao Lidia, grande democratica, giovanissima partigiana. A Casa Cervi, che custodisce il tuo racconto, raccogliamo oggi il tuo testimone», conclude Soliani.

«Con Lidia Menapace se ne va un pezzo di storia, una testimone del secolo e dell’impegno contro l’ingiustizia e per il progresso, civile e morale, della nostra società». Il governatore altoatesino Arno Kompatscher Lidia Menapace. «Un impegno - prosegue il presidente - che, dopo la seconda guerra mondiale, ha portato avanti in politica, sia a livello provinciale che nazionale, senza mai far mancare il suo spirito energico e combattivo».

«Con la scomparsa di Lidia Menapace non è morta solo una partigiana, un’insegnante, una senatrice, una femminista, ma un’immensa, acuta e profonda donna»: lo afferma la segretaria della Cgil dell’Alto Adige, Cristina Masera.
Masera rimarca «le mille sfaccettature di una grande donne che ha sempre combattuto per i valori e i diritti di tutte e di tutti e che è stata - e continuerà ad essere - un esempio per il suo profondo impegno per una società migliore e inclusiva».

«Lidia Menapace è e rimane un simbolo e un modello per l’impegno politico permanente, per la partecipazione politica, per l’ingerenza politica, per l’educazione politica e, non da ultima, per la democrazia, che si basa sui principi fondamentali di uguaglianza, libertà, solidarietà e dignità dell’uomo». Lo agfferma Günther Pallaver, presidente della Società di scienza politica dell’Alto Adige, ricordando che la stessa Società, nel 2018, «aveva deciso di onorare Lidia Menapace come Personalità dell’anno».
«Lidia Menapace venne onorata per il lavoro della sua vita, che si è espresso nel suo impegno per i diritti fondamentali e diritti umani, per la democrazia, i gruppi sociali emarginati e le minoranze, gli svantaggiati che si trovano nel lato oscuro della vita, per i diritti delle donne, la non violenza e contro la guerra», aggiunge Pallaver, che ricorda anche che l’ex senatrice «ha combattuto tutta la vita per la dignità e per i diritti delle donne».

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