Covid: altri 6 casi in Alto Adige 11 i ricoverati in ospedale

I laboratori dell’Azienda sanitaria altoatesina nelle ultime 24 ore hanno effettuato 537 tamponi, 6 dei quali sono risultati positivi. Sale il numero delle persone in isolamento domiciliare che ora sono 643.

Sono 11 i pazienti Covid-19 ricoverati nei normali reparti ospedalieri, nelle cliniche private ed a Colle Isarco, mentre nessun paziente Covid è ricoverato in reparti di terapia intensiva. Il numero dei decessi rimane stabile a 292. Lo comunica l’Azienda sanitaria.

Nelle ultime settimane in Alto Adige si è registrato un aumento dei nuovi positivi Covid rispetto al mese precedente. Soltanto nell'ultima settimana le infezioni registrate (45) superano quelle di tutto il mese di giugno (39). Nel mese di luglio si contavano 92 nuove infezioni.

 "Osserviamo soprattutto una serie di focolai locali, ma delimitati, dove le infezioni sono tutte collegate ad una persona o ai suoi contatti più stretti", afferma l'assessore alla salute Thomas Widmann. Sarebbe il caso dei recenti focolai individuati a Sesto, Castelrotto, Terlano, Laives e Cermes.
 

"Finora tutti i casi hanno una collocazione ben precisa e la situazione è sotto controllo, anche grazie all'immediata e molto rapida indagine epidemiologica che è scattata subito dopo il risultato positivo. Ciò ci permette di individuare velocemente eventuali ulteriori infezioni e di interrompere così la catena trasmissiva" prosegue Widmann.

Il 30 per cento delle nuove infezioni è attualmente riconducibile a casi autoctoni, mentre il 70 per cento si registra in seguito a viaggi e risulta quindi "importato" da fuori provincia. Nonostante la situazione sia sotto controllo, l'assessore parla pertanto di alcuni ambiti a rischio maggiore, che includono il turismo, gli addetti alla raccolta delle mele, badanti o grandi nuclei familiari in arrivo o di ritorno da un viaggio da Paesi ad alto rischio. 

Intanto, dalle analisi dei primi test sierologici nell’ambito dello studio Chris Covid-19 emerge che in Val Venosta le persone venute a contatto con il coronavirus sono molte di più di quelle rilevate nel periodo caldo dell’epidemia.

Il dato preciso sulla prevalenza del virus in valle potrà essere calcolato solo alla fine dello studio, a inizio settembre. Lo afferma l’Eurac che insieme all’Azienda sanitaria ha avviato lo studio in Val Venosta.

Nelle prime due settimane oltre 770 venostani hanno già partecipato allo studio Chris. Altre 50 persone hanno fissato l’appuntamento per sottoporsi ai test entro la fine di agosto.

Sono numeri importanti con cui gli abitanti della Val Venosta si confermano dei validi partner per la ricerca sulla salute a livello locale. Per massimizzare la rappresentatività dei risultati è comunque necessaria la partecipazione di quante più persone possibile. Chi ha ricevuto l’invito può prenotare un appuntamento fino al 28 agosto, informano Eurac e Azienda sanitaria.

Per quanto riguarda i tamponi, al momento i ricercatori hanno avuto notizia di un solo risultato positivo. Gli esami di Chris Covid-19 si svolgono all’Ospedale di Silandro. «Le prenotazioni sono aumentate con il passare dei giorni e questo ci fa ben sperare. Chi ha ricevuto un invito e non ha ancora partecipato allo studio può chiedere informazioni e fissare un appuntamento chiamando il numero 0471 055502.

Nelle scorse due settimane è iniziata anche la fase di screening tramite i questionari. Sono stati inviati a 19 mila persone. La raccolta è iniziata molto bene, al ritmo di 120 questionari al giorno. Per i ricercatori è importante che le persone compilino i questionari prima possibile per rilevare gli effetti sulla salute prima di nuovi sintomi o di nuovi possibili casi in autunno. Questa parte dello studio prevede che tutti i partecipanti Chris e i loro familiari compilino un questionario online di 15 domande e che lo aggiornino ogni mese solo relativamente a nuovi sintomi e a contatti con persone positive.
Questo approccio permetterà un monitoraggio costante della presenza del virus in Venosta, si legge nella nota di Eurac.

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