Giustizia / Omicidio

Processo Neumair, lo sfogo della zia di Benno: «Ha ucciso con premeditazione, per i soldi. Non credo all’infermità mentale»

Carla Perselli, sorella di Laura, si è presentata a testimoniare con le scarpe rosse, contro la violenza sulle donne: «Anche questo caso è stato una violenza familiare. Lui ha confessato, non capisco perché dobbiamo venire in aula per mesi»

BOLZANO. "Benno ha agito con premeditazione per motivi economici. Mettendo insieme tutto i tasselli siamo infatti di fronte ad un'analisi molto chiara". Lo ha detto Carla Perselli, la sorella di Laura, uccisa il 5 gennaio 2021 assieme al marito Peter Neumair, durante il processo contro il figlio Benno Neumair che ha confessato il delitto.

Carla Perselli si è presentata in aula con le scarpe rosse, per ricordare la violenza contro le donne. Anche questo caso - ha detto ai cronisti - "è violenza famigliare, violenza contro una mamma, che aveva dato l'anima per far crescere un bambino al quale ho voluto molto bene".

Una decina di giorni dopo la scomparsa della coppia, il nipote le aveva chiesto se era a conoscenza della presenza di un testamento. La domanda - ha detto la zia ai giudici durante la sua deposizione molto toccante - le è sembrata "strada e fuori luogo", al punto da indurla a sospettare fortemente di Benno. "Non credo nel modo più assoluto all'ipotesi di una malattia mentale. Benno ha avuto troppa lucidità prima dopo e durante il fatto e lo conosco troppo bene", ha detto Carla Perselli conversando dopo l'udienza con i cronisti. Secondo la sorella della vittima, "in Italia purtroppo spesso si rigira il discorso sulle malattie mentali di chi commette omicidi. A questo punto tanto vale assolvere tutti ed aprire le porte delle carceri perché tutti hanno un disturbo nel momento in cui fanno omicidi, anche i grandi dittatori della storia".

"Ora non penso più a Benno come a un nipote", ha confessato. Carla Perselli ha aggiunto di essere in tribunale "per difendere due persone che sono state uccise e non hanno più la voce". "Dobbiamo contrastare il victim blaming, che purtroppo c'è in Italia, come quando una ragazza stuprata viene accusata di aver indossato la minigonna", ha detto.

La zia dell'imputato si è anche chiesto a cosa serve questo processo, se Benno ha ormai ammesso. "Cosa dobbiamo ancora discutere in tribunale? È tremendo. Sarà la corte a decidere, ma credo che sia stato un omicidio premeditato e che il movente sia di tipo economico", così la donna. Carla Perselli ha raccontato anche che dopo il delitto "si è creata di punto in bianco una voragine, ma non perché è successo un incidente aereo o in auto, ma quello che è successo è successo con violenza per mano di Benno".

"Non dobbiamo evitare di dire i particolari di quello che è successo, ma anzi farlo a voce alta. Se penso alle ferite alle mani di Benno e se penso che per strangolare una persona ci vogliono dai 4 ai 6 minuti. E poi lui si è collegato a internet ed è rimasto sveglio e poi l'ha rifatto di nuovo per altri 6 minuti ed ha buttato i cadaveri nel fiume. Quello non è stato solo occultamento di cadavere, ma distruzione", si è sfogata la donna.

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