Giustizia / Il caso

Processo a Benno, parla la ex fidanzata: «Un manipolatore, non voleva che vedessi i miei amici»

L’infermiera tedesca lo conobbe nel 2019, poi andarono a vivere insieme in Germania, dove all’omicida fu diagnosticata la schizofrenia

BOLZANO. Descrive una relazione difficile fatta di continui litigi e culminata nel luglio 2020 con Benno Neumair che simula un’aggressione e si fa trovare in casa con il volto sfregiato.

A parlare oggi (12 aprile) in Corte d’Assise a Bolzano – dove si celebra il processo a Benno Neumair, accusato (e reo confesso) dell’omicidio dei genitori Laura e Peter – è stata Nadine Reiter, infermiera, ex fidanzata del 30enne bolzanino. I due si conobbero nel 2019 e a inizio 2020 andarono a convivere in Germania, nella città di lei, Neu Ulm.

Se all’inizio le cose andavano bene, ben presto il clima cambiò, ha raccontato la ragazza in aula: Benno comincia a stare male, dorme fino a tardi, non riesce a trovare un lavoro.

«Non voleva che frequentassi i miei amici, era un manipolatore». Lui chiede soldi, lei glieli presta. Quando lei cerca di allontanarlo, intervengono i genitori di Benno.

La situazione precipita quando il ragazzo si procura delle ferite al volto fingendo di essere stato aggredito: viene ricoverato in psichiatria dove gli viene diagnosticata una schizofrenia paranoide.

Il ragazzo, una volta dimesso, torna a Bolzano ma continua a scrivere a Nadine: in una mail alla ragazza spiegava che la colpa del suo malessere fosse un verme parassita contratto in Indonesia.

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