Ambiente / L’opera

Bolzano: si demolisce il vecchio inceneritore, con particolare cautela per gli inquinanti

Chiuso per un incendio nel 2013, bonificato nel 2015, è a fianco del nuovo termovalorizzatore: ora 8 mesi di cantiere a fianco di autostrada e Isarco, costo 2,7 milioni

BOLZANO. Ha i giorni contati il vecchio termovalorizzatore di Bolzano, sulla sponda sinistra del fiume Isarco, nell’area industriale collocata a Sud-Est della città.

I lavori di demolizione, commissionati dalla Provincia Autonoma di Bolzano per un valore di 2,7 milioni di euro, sono stati affidati a Vitali Spa, gruppo leader specializzato nel decommissioning industriale in RTI con Erdbau Srl di Merano, impresa di riferimento in Alto Adige nel settore delle demolizioni e del movimento terra.

L’impianto, non più in funzione dal 2013 e messo in sicurezza nel 2015, è composto da due linee di incenerimento, la prima avviata nel 1988, la seconda nel 1996, costituite ognuna da un sistema di incenerimento rifiuti e recupero di calore, da una sezione di depurazione fumi e da un ciclo termico per la produzione di energia.

Il progetto prevede: lo smontaggio e la bonifica degli impianti facenti parte delle linee di incenerimento del vecchio termovalorizzatore; la demolizione delle strutture e i movimenti di terra, con la realizzazione degli scarichi delle acque bianche, lo spostamento di una condotta del gas di media pressione e l’impermeabilizzazione superficiale.

I lavori saranno eseguiti – tempo previsto 8 mesi – senza nessun intralcio al nuovo impianto, adiacente al cantiere, in modo da garantire il continuo funzionamento del nuovo termovalorizzazione, la viabilità lungo l’Autostrada del Brennero e via Lungo Isarco Sinistro, l’accesso al personale addetto ai magazzini Seab. Inoltre, nei lavori si porrà particolare attenzione a tutte le componenti possibilmente inquinanti: polveri e ceneri residuali, anche sotto forma di incrostazioni, prodotte dal ciclo termico; materiali coibenti contenenti fibre minerali o similari su tubazioni, serbatoi, parti di impianto ecc. e materiali refrattari presenti nella camera di combustione e di post-combustione, nel camino e su altre parti dell’impianto. La demolizione dell’impianto partirà infatti solo dopo lo smontaggio e la bonifica in ambiente protetto di tutte le componenti impiantistiche delle due linee di incenerimento.

«Un esempio concreto – dice un comunicato stampa – per sottolineare la grande attenzione alle tematiche legate alle tecniche di demolizione atte a minimizzare l’impatto con l’ambiente, e in particolare per separare fin dall’origine i rifiuti prodotti e avviarli a recupero per quanto possibile è l’utilizzo di un’attrezzatura specifica per la demolizione dei materiali refrattari all’interno del camino. Infatti, questa particolare attrezzatura, montata su un braccio gru, verrà calata all’interno del camino e demolirà progressivamente i materiali refrattari facendoli cadere al suolo per poterli meglio recuperare e smaltire. Una volta demolita la parte interna della ciminiera si provvederà ad abbattere il resto con un particolare mezzo da demolizione con un braccio oltre i 50 mt radiocomandato e radiocontrollato.

Riguardo invece le strutture in acciaio oggetto della demolizione e considerata la loro particolarità, verrà utilizzato un mezzo da demolizione da 70 tonn appositamente studiato per questo intervento atto all’utilizzo di una cesoia idraulica da 7,5 tonn ad un altezza di 18 metri ed un'altra pinza idraulica da 3.5 tonn che lavorerà ad un altezza superiore ai 30 metri.

Il cantiere presenta, sul piano tecnico, altri due aspetti sfidanti: la necessità di salvaguardare l’asse autostradale A22 Modena-Brennero, per il quale non si prevede alcun disservizio, e la necessità di tutelare l’asse fluviale dell’Isarco, che dovrà essere protetto da ogni forma di sversamento. Sia l’autostrada che il fiume corrono immediatamente adiacenti al cantiere e, di fatto, lo abbracciano.

Una volta liberata l’area dagli impianti e dagli edifici, infine, si provvederà alla messa in sicurezza del sottosuolo mediante l’impermeabilizzazione della superficie con la posa di una pavimentazione bituminosa a conclusione dell’opera.

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