Toponimi da cancellare? Lettera aperta agli italiani

«Noi altoatesini di lingua tedesca abbiamo fatto brutta figura. O meglio, ce l’ha fatta fare la politica. Ma vi racconto l’altra verità»

Quando in Sudtirolo si pronuncia la parola toponomastica, le polemiche si accendono da sole. Se poi c’è chi getta benzina sul fuoco, per ignoranza o per malafede, si va di male in peggio. Ma c’è anche chi si ribella a questa logica.

È il caso di Christian Pfeifer, direttore del settimanale economico di lingua tedesca «SWZ», che, dopo la caricatura della questione andata in onda nella trasmissione Rai «L’Arena», sul suo giornale ha scritto questa lettera aperta, per fare un po’ di chiarezza. Ve la riproponiamo integralmente:

«Lettera agli italiani – Cari italiani, noi altoatesini di lingua tedesca abbiamo fatto brutta figura. O meglio, ce l’ha fatta fare la politica. Ma vi racconto l’altra verità.

Non mi illudo. Non oso sperare che questa lettera aperta agli italiani venga pubblicata su qualche giornale nazionale. Ma spero che venga diffusa in altra maniera, tramite altri canali, perché cerca di spiegare come la pensiamo veramente, noi altoatesini di lingua tedesca. Non tutti, ovviamente, ma numerosi, e sicuramente molto più numerosi di quelli che la pensano come Cristian Kollmann che avete conosciuto  grazie alla trasmissione «L’Arena» su Raiuno.

Certo, invitando l’agitatore Cristian Kollmann e vendendolo come un nostro rappresentante politico «importante», la trasmissione è stata impostata – consapevolmente o inconsapevolmente – per riscaldare tutti i pregiudizi che molti di voi nutrono nei confronti di noi altoatesini di lingua tedesca.

Il conduttore Massimo Giletti ha presentato Kollmann come – cito testualmente – «uomo importante della politica in Sudtirol», forse volendo dire «Süd-Tiroler Freiheit», ma non riuscendo a pronunciarlo in modo corretto. Ma dicendo così, è passato questo messaggio: «I sudtirolesi di lingua tedesca la pensano così!». Vi dirò che Kollmann ha racimolato miseri 897 voti alle ultime elezioni provinciali ed i sudtirolesi di lingua tedesca sono circa 320.000. La pensiamo come lui?

Quindi, l’impostazione della trasmissione non è stata degna di un programma serio. Eppure ha rispecchiato il malumore di voi italiani nei confronti di noi «tedeschi». Un malumore che la giornalista Myrta Merlino a «L’Arena» ha sintetizzato in una frase: «Li riempiamo di soldi eppure sono scontenti». Applausi! È questa l’opinione di molti di voi.

Ma perché cancellare questi toponimi italiani, se tanto non sono in uso?

Quest’opinione brucia, ma non è solo colpa vostra, se (sbagliando) la pensate così, ma è anche colpa nostra. Anzi, è colpa dei nostri politici! Sono loro che rafforzano questa vostra opinione.

La consegna del «Benito d’Oro» al sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi da parte del Süd-Tiroler Freiheit è stata una pura operazione di visibilità di un piccolo partito, una provocazione che non meritava tanto interesse. Invece mi vergogno di questa storia sciagurata della toponomastica, e so che sono numerosi gli altoatesini che si vergognano come me.

Sì, è vero, il partito di maggioranza SVP con l’aiuto del Pd ha cercato di cancellare qualche toponimo italiano. Non importa che si tratti solo di una manciata di nomi. Come tanti altri altoatesini di lingua tedesca, io mi chiedo: ma perché cancellare questi toponimi, se – come sottolinea la Svp – tanto non sono in uso? Perché andiamo a suscitare il vostro malumore – anzi, perché va a suscitarlo la politica – per qualcosa che non ci cambia la vita?

È ovvio che questa polemica diventi un assist perfetto per chi vuole nutrire pregiudizi. È ovvio che giornali come La Verità poi titolino «L’Alto Adige dichiara guerra all’italiano», anche se un titolo di questo genere gonfia e falsifica la vicenda. È ovvio che poi ci chiamate un «popolo ingrato che incassa i soldi e odia l’italiano», anche se è una panzana: primo perché l’Alto Adige contribuisce al debito italiano con più soldi di quanti ne riceva dallo Stato (lo dicono i numeri!), secondo perché in tanti tifiamo Italia – magari non Kollmann, magari non tutti.

Uno è la politica. L’altro siamo noi altoatesini di lingua tedesca. In questioni come la toponomastica la politica è distante anni luca da noi cittadini.

È vero, come ha detto Barbara Lezzi del Movimento 5 Stelle a «L’Arena» che abbiamo ben altri problemi. Quindi, ignorate i provocatori! Magari invitate me in studio! Vi racconto l’Alto Adige vero».

Christian Pfeifer
Direttore responsabile della «Südtiroler Wirtschaftszeitung»

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