La Ue all'Austria: non servono controlli di frontiera al Brennero

Ho informato Vienna «che per il momento non abbiamo alcuna indicazione sulla necessità di reintrodurre i controlli di frontiera al Brennero nelle attuali circostanze, e questa decisione può essere presa solo come misura di ultima istanza, dopo una valutazione della sua adeguatezza e proporzionalità».

Così il commissario Ue Dimitris Avramopoulos in una lettera ai ministri Paolo Gentiloni e Angelino Alfano.

A Vienna «ho ribadito che il Codice Schengen vieta l’installazione di recinzioni o altre strutture permanenti alle frontiere interne. Tuttavia, nei casi in cui le verifiche di frontiera siano temporaneamente reintrodotte è possibile, in via eccezionale, adottare misure provvisorie per incanalare i flussi migratori, se necessario e proporzionato», spiega Avramopoulos nella sua lettera.

«Noi abbiamo incassato un bel risultato, non facendo edificare il muro al Brennero», aveva affermato tre giorni fa Alfano, rispondendo alle domande dei giornalisti al suo arrivo a Verona per partecipare all’assemblea pubblica di Confcommercio. «Abbiamo incassato questo risultato - ha spiegato - non perché siamo dei ragazzi fortunati, ma perchè abbiamo avuto la capacità di dimostrare agli austriaci che lì non c’era un rischio di deflusso di massa verso l’Austria. Anzi forse a fare la contabilità erano più quelli che dall’Austria provavano ad entrare in Italia, piuttosto che viceversa».

Il ministro Alfano ha poi evidenziato che «questo ha fatto sì che sia stato scongiurato questo pericolo. E il vantaggio anche per gli imprenditori di questa zona, anche di Verona, è straordinario, è importantissimo. Perchè il traffico di merci e soprattutto l’export che c’è in quella direzione è davvero ragguardevole».

«Considerate che lì passa un Tir ogni pochi secondi e dunque immaginatevi cosa sarebbe successo se avessimo bloccato da quelle parti il traffico», ha terminato Alfano.

Il ministro ieri ha rilanciato anche la proposta, controversa e già oggetto di molte critiche, della costruzione in mare aperto di centri di accoglienza e identificazione per migranti. Anche l’Unione europea avrebbe riserve su questo modello di hot spot, pensato per evitare di ospitare in terra ferma i richiedenti asilo.

Secondo Alfano, però, l’Ue sarebbe «sostanzialmente favorevole».

Per tornare all’austria, una settimana dopo le dimissioni a sorpresa di Hans Werner Faymann, Vienna ha un nuovo cancelliere.

Christian Kern, designato dai socialdemocratici, che sono stati travolti dal terremoto provocato dal passo indietro del loro leader, ha giurato nel pomeriggio davanti al presidente Heinz Fischer.

Il nuovo esecutivo dell’ex capo delle Ferrovie austriache (Öbb) vedrà anche un rimpasto: con la sostituzione di tre ministri e un sottosegretario, che giureranno invece domani, dopo le consultazioni di oggi col presidente. Mosse che i socialdemocratici hanno fatto velocemente, per evitare che il Paese arrivasse al delicato ballottaggio di domenica prossima, per le presidenziali, senza una guida politica.

Gli occhi sono infatti tutti puntati sulla sfida del candidato del partito di ultradestra Fpö, Norbert Hofer, che al primo turno ha spiazzato i grandi partiti raggiungendo un 35% delle preferenze. Domenica gli austriaci dovranno scegliere fra lui e l’avversario verde Alexander van der Bellen.

«Tenderemo una mano innanzitutto ai nostri alleati di governo», ha detto Kern, 50 anni, viennese, il quale ha proposto un nuovo inizio e un «new deal» ai popolari dell’Övp, con cui continuerà a governare in una Grosse Koalition, per migliorare l’umore - andranno stimolate soprattutto crescita economica e occupazione - del paese. Sono necessarie nuove forme di collaborazione, ha aggiunto, «altrimenti i grandi partiti scompariranno, e a ragione». Kern ha anche dichiarato che voterà per van der Bellen alle presidenziali. E da leader in pectore dei socialdemocratici ha messo paletti chiari nei confronti del Fpoe: «Noi non lavoriamo assieme a partiti che sobillano odio contro persone e minoranze. Punto».

Sull’immigrazione, tema che ha generato forti attriti soprattutto con l’Italia, nelle scorse settimane, per le minacce di barriere e controlli sul Brennero, Kern ha garantito che l’Austria intenda occuparsi della problematica con «umanità», tenendo però conto della esigenza di sicurezza richiesta dalla popolazione. I principi di fondo sono «riconoscere i diritti umani, ma fare attenzione anche a ordine e sicurezza».

Col presidio dei socialdemocratici, sono stati resi noti i nomi dei tre ministri che entreranno a far parte della sua squadra: Sonja Hammerschmid, presidente della Conferenza dei Rettori, che sostituirà Gabriele Heinisch-Hosek al ministero dell’Istruzione.

Ministro della Cancelleria con delega alla Cultura sarà Thomas Drozda, attualmente direttore generale della «Vereinigten Buehnen Wien», e cioè uno dei principali manager culturali del Paese, che prenderà il posto di Josef Ostermayer. Il ministero delle Infrastrutture andrà invece all’europarlamentare Joerg Leichtfried, che sostituirà Gerald Klug. Infine, Muna Duzdar, origine migratorie, prenderà il posto del sottosegretario Sonja Stessl. Anche con quest’ultima nomina l’Austria di Krn vuole segnare un «cambiamento».

 

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