Italia / Il caso

Terremoto all'Agenzia cybersicurezza, se ne va il direttore Baldoni: dissidio con il governo Meloni

Situazione delicata in uno snodo istituzionale strategico, chiamato anche a favorire la protezione dagli attacchi informatici. L'addio nel pieno della campagna di azioni contro l'Italia da parte del collettivo filorusso Noname057(16), che anche ieri ha preso di mira siti di una serie di ministeri ed istituzioni

ROMA. Terremoto all'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Si è dimesso in serata il direttore Roberto Baldoni, l'uomo che aveva guidato l'organismo fin dal momento della sua costituzione, nell'agosto 2021.

Evidentemente qualcosa si è rotto con il governo Meloni, che pure finora non aveva toccato alcuna casella nel comparto della sicurezza. Una mancanza di fiducia avvertita da parte dell'Esecutivo potrebbe aver determinato la scelta del professore. Ora si punterà a dare al più presto una nuova guida ed un nuovo slancio all'Agenzia.

Tra i compiti dell'organismo il supporto ai soggetti pubblici e privati nazionali, che erogano servizi essenziali, nella prevenzione e mitigazione degli incidenti, nonché ai fini del ripristino dei sistemi, nonché la promozione di campagne di sensibilizzazione e diffusione della cultura della cybersicurezza.

Baldoni lascia nel pieno della campagna di attacchi hacker del collettivo filorusso Noname057(16) che anche ieri, 6 marzo, ha preso di mira siti di una serie di ministeri ed istituzioni. Non è una novità, né un fenomeno italiano, visto che la campagna cyber di Mosca ha nel mirino tutti i Paesi che sostengono l'Ucraina. Apparentemente il sistema ha comunque tenuto e non si sarebbero verificati disservizi rilevanti.

Il referente politico del direttore dell'Agenzia è il sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica.

I due erano presenti martedì scorso alla sede dell'intelligence di piazza Dante per l'illustrazione della relazione annuale dei servizi che, come ogni anno, ha dedicato ampio spazio.alla minaccia cibernetica.

Baldoni era stato a capo della struttura di difesa cyber dello Stato fin dal gennaio 2018, quando era stato nominato vicedirettore del Dis con il compito di "sviluppare l'Architettura nazionale di Cybersecurity e coordinare le azioni di mitigazione degli attacchi cyber con impatto sulla sicurezza nazionale".

Dal 2002 è professore ordinario di Informatica all'università La Sapienza di Roma dove ha fondato nel 2011 e diretto fino al 2017 il primo centro di ricerca in Italia su "Cyber Intelligence e Sicurezza Informatica". Nel 2014 ha fondato e diretto fino al 2017 il Laboratorio nazionale di cybersecurity d'Italia che ha riunito più di 200 professori di 45 università pubbliche e private d'Italia.

Ora si cambia. Il governo punta a sostituire in tempi brevi il professore per dare una nuova guida all'Agenzia, che ha in Nunzia Ciardi il vicedirettore. Il Pnrr ha stanziato ben 623 milioni di euro al settore, mentre sarà riservata all'implementazione della Strategia nazionale di cybersicurezza una quota pari all'1,2% degli investimenti nazionali lordi su base annuale. Toccherà al succesore di Baldoni gestire questi ingenti risorse, secondo le indicazioni che arriveranno dal governo di centrodestra col quale evidentemente Baldoni non era più in sintonia.

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