Post e commenti «violenti»? A Oslo interviene la polizia

«Un bel rogo e li mandiamo a casa loro», «Spazziamoli via con le ruspe», «Ci vorrebbe il lanciafiamme». Commenti demenziali e xenofobi di questo tipo si possono leggere  abbastanza facilmente nel Web, in particolare nei social network, in relazioni a notizie riguardanti gli stranieri, i profughi, i migranti che arrivano in Europa.

A volte chi lascia commenti di questo tenore appartiene a organizzazioni di estrema destra, ma in molti casi si tratta di persone non affiliate a formazioni politiche: semplicemente esprimono i loro bassi istinti come se si trovassero nel bagno di casa, di fronte allo specchio.

Ma scrivere certe cose in pubblico potrebbe, a seconda dei casi e delle legislazioni nazionali, anche configurare un reato (come l'incitamento all'odio razziale) o comunque rappresenta un comportamento che può richiamare l'attenzione delle forze dell'ordine.

La polizia norvegese, come riferisce oggi la radio pubblica Nrk, ha deciso di passare all'azione concreta, per mettere in atto un deterrente a chi, mediante i commenti in Facebook o in altri siti Web, predica violenza o addirittura annuncia che intende «agire direttamente contro i rifugiati stranieri» o comunque programmare attività illecite.

Le persone che scrivono post o commenti di questo tenore, vengono, infatti, contattate e/o convocate in caserma per un controllo e per fornire spiegazioni.

«In molti casi - spiega la polizia della zona di Oslo e dintorni - si tratta di comportamenti che rientrano in un'area al limite della rilevanza penale, ma di certo sono interventi che fomentano la violenza. Per questo abbiamo avviato una prassi che prevede la richiesta di chiarimenti a persone che manifestano l'intenzione di agire con violenza o che sollecitano altri a farlo. Spesso l'obiettivo di questa violenza verbale sono i profughi e i centri che li accolgono. E la tendenza si è aggravata con la crisi umanitaria degli ultimi mesi e l'aumento dei flussi di profughi. La nostra speranza, ferma restando la procedura formale nei riguardi di chi incorre in un reato, è che invitando le persone a un confronto si favorisca la prevenzione sia delle violenze vere e proprie sia della diffusione di un linguaggio che alimenta un clima di tensione»

comments powered by Disqus