Uso dei droni: il punto sull'attuazione delle nuove norme

Grandi eventi come il MotorShow di Bologna e siti industriali: per ora i voli «critici», ossia con possibili rischi per le persone, di droni autorizzati dall’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) sono stati solo otto ma le richieste nei primi sette mesi di attuazione del regolamento sono molte. I dati presentati in occasione del Roma Drone Conference mostrano che il settore è in crescita e sono all’orizzonte nuovi usi oltre a quello fotografico e video, come quelli per la telefonia.

Sono passati solo pochi mesi da quando sono state imposte delle regole all’uso dei droni, mini aerei controllati a distanza, e si iniziano a delineare per la prima le dimensioni del fenomeno in Italia. «Tutti i voli effettuati in precedenza si trovavano di fatto nell’illegalità», ha spiegato Carmine Cifaldi, direttore regolazione navigabilità Enac. «L’obiettivo di questo regolamento - ha aggiunto - è quello di riportare il settore nella legalità, che il sistema esca da una situazione di illegalità diffusa e supporti la crescita economica di questo settore».

Parallelamente a questo aspetto la necessità obbligatoria di richiedere autorizzazioni per l’uso dei droni ha permesso per la prima volta di fare una fotografia, ancora molto parziale, del fenomeno nel nostro paese.
I dati rilasciati da Enac riportano che su circa 330 domande presentate ne sono state accettate circa 250 mentre sono state solo otto quelle relative alle operazioni critiche, ossia in aree a rischio per il traffico aereo oppure le persone, ma sono decine le richieste pervenute.

«Alcuni voli - ha spiegato Cifaldi - sono avvenuti in eventi pubblici, come il MotorShow a Bologna oppure la presentazione di un’auto al PalaExpo di Roma. Altri per monitorare alcuni grandi siti industriali».

I voli definiti non critici sono invece quelli avvenuti in aree rurali e che quindi a bassissimo rischio di pericoli e richiedono una semplice autocertificazione.

«I possibili utilizzi - ha proseguito il responsabile Enac - sono ancora tantissimi. Non solo riprese video o foto ma anche applicazioni per il monitoraggio ambientale, dei danni dovuti a catastrofi. Stiamo valutando ora anche la richiesta di alcune compagnie telefoniche di poter usare droni anche come ripetitori per cellulari, ad esempio per manifestazioni molto affollate oppure in casi di emergenza».

E sono oltre cento in Italia le aziende in regola per operare con i droni professionali, di queste, però, solo una decina sono quelle autorizzate dall’Ena a effettuare voli anche su aree critiche, come zone abitate o impianti industriali. Oltre 40 sono invece le scuole di volo autorizzate per la formazione dei futuri piloti di Apr in tutta la penisola.

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