Mosna e il flop azzurro «Mancano idee e programmi»

Una totale assenza di idee, di programmazione e di rinnovamento. Ecco spiegate, in estrema sintesi, le ragioni del clamoroso flop della nazionale maschile di volley nell’ultima edizione della World League.

La firma, in calce all’analisi impietosa, non è trascurabile: è quella di Diego Mosna, patron della Trentino Volley, che affida a un post su Facebook le sue «(inevitabili) riflessioni», con l’obiettivo di «aprire un franco e costruttivo dibattito fra tutti coloro che hanno a cuore il movimento pallavolistico italiano».

Ecco cosa scrive Mosna:

«Parto dal presupposto che nessun tipo di colpa possa essere imputata ai giocatori che sono scesi in campo durante i tre weekend di gare, giocati fra Pesaro, Pau e Anversa. A mio modo di vedere il peggior risultato della nostra storia nel torneo (due sole vittorie in nove gare giocate) non è figlio di sfortunate o brutte prestazioni sul campo ma di una TOTALE ASSENZA di IDEE, PROGRAMMAZIONE E RINNOVAMENTO all’interno della Fipav.

Parto dal primo concetto, quello riferito alle IDEE, perché è il più importante: nell’ultimo decennio da questo punto di vista la Federvolley è venuta meno ad uno dei suoi ruoli principali, ovvero quello di tracciare linee guida al movimento anche attraverso la progettazione di un nuovo modello di lavoro. Per inciso, non si è ragionato per dare vita ad un “movimento 2.0”, continuando invece a percorrere sempre le stesse strade, penalizzanti per il reclutamento ma anche per la visibilità del nostro sport. Nel frattempo, però, il mondo dei giovani e della pallavolo è cambiato e la Fipav non se ne è accorta, limitandosi ad organizzare grandi eventi invece che a promuovere coi fatti la pratica della disciplina e far diventare la Nazionale il simbolo di un movimento unico nel suo genere. Il Club Italia ha più di vent’anni, fu pensato per il settore femminile quando c’era ancora Velasco sulla panchina azzurra delle donne e non può essere considerato una idea innovativa; a ben vedere al momento attuale non produce nulla. Anzi, talvolta ostacola il lavoro delle Società che invece, pur non ricevendo nessun sussidio, continuano ugualmente a lavorare sui settori giovanili. La Legavolley a suo tempo propose qualcosa di originale ed innovativo, presentando un progetto che prevedeva la creazione di tre centri di alta pallavolo distribuiti in maniera ragionata sul territorio italiano. La proposta è stata bocciata dalla Federazione, mi chiedo ancora il perché.

Il discorso può estendersi facilmente anche alle tematiche relative al RINNOVAMENTO; senza idee e confronto non può esserci rinnovamento. Per decenni una sola persona (Carlo Magri) ha imposto il suo volere senza ragionare assieme al movimento e senza ascoltare le opinioni di chi la pallavolo la fa per davvero, sul campo, come le Società o i giocatori, e non dietro le scrivanie. Il confronto con il territorio è sempre stato uno dei punti deboli della legislatura federale.

Il flop in World League è, di conseguenza, dovuto ad una mancanza di PROGRAMMAZIONE che definirei ormai annosa. Tutto ciò perché manca soprattutto una guida che dia un indirizzo ben preciso dal punto di vista tecnico e soprattutto un progetto condiviso con i club. Trovo paradossale, giusto per fare un esempio, che i Club vengano a conoscenza di infortuni dagli stessi giocatori coinvolti. Giusto per far un esempio, Trentino Volley ha saputo del problema muscolare che ha costretto Lanza a saltare gli ultimi due weekend in World League dopo averlo letto su di un comunicato federale. Nessuno dalla Fipav ci ha, in precedenza, mai riferito nulla sulle condizioni del nostro Capitano, che curiamo con attenzione per dieci mesi all’anno.  

Così come trovo negativo il fatto che la Fipav in questi due anni si sia avvalsa di un tecnico che svolgeva il doppio incarico per guidare la propria nazionale; tecnico che per i molti impegni sportivi legati all’attività del proprio Club non ha certo potuto seguire le vicende e le problematiche della nazionale e del movimento in generale. Incomprensibile, poi, risulta la rinuncia alla partecipazione al Mondiale Under 23 che gli azzurrini si erano conquistati sul campo; non sarebbe servita questa esperienza ai nostri giovani? Oppure, ancor meglio, non sarebbe stato il caso di affrontare questa World League con una rosa molto più verde, che avrebbe potuto trarne grandi vantaggi di maturazione tecnica e contemporaneamente consentire un prolungato riposo ai giocatori più importanti?

Altrettanto privo di programmazione tecnica è il massiccio incremento del numero di squadre partecipanti al campionato di Serie A2, nella prossima stagione saranno ben 24, che richiedono l’utilizzo di tanti giocatori di livello dei quali oggi il movimento non dispone, costringendo pertanto le società a reperirli sui vari mercati od a “promuovere” atleti che non sarebbero di livello.
 
L’attività della Nazionale e del Club non possono essere due binari paralleli, due mondi separati; per il bene di tutti il mio auspicio è che questa pericolosissima ed infruttuosa tendenza possa essere repentinamente invertita. Il rinnovamento ai vertici della Federvolley, appena avvenuto, spero possa prendersi carico di questo cambiamento, che al momento non è avvenuto. Al nuovo Presidente Cattaneo e al suo consiglio Federale il lavoro non manca, ma la gestione delle Nazionali e dei rapporti con la Società deve essere fra le priorità assolute. Il tempo c’è ma non va fatto trascorrere invano in immobile attesa!

Presidente Cattaneo, noi Società ci siamo per fare assieme a te uno studio ed un lavoro comune».

Più chiari di così... La parola, adesso, passa alla Fipav.

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