Olimpiadi, da Roma ok all'impianto di Pinè

Pur tra incertezze ed incognite legate all’emergenza coronavirus, il mondo delle discipline invernali e del ghiaccio guarda con rinnovata speranza all’obiettivo olimpico di «Milano-Cortina 2026». La Camera dei Deputati ha approvato giovedì il decreto legge che fissa le prime norme su organizzazione e svolgimento dei Giochi Invernali 2026 (la tanto attesa «legge olimpica»). In attesa del Sì definitivo del Senato è ora previsto il Consiglio Olimpico con funzioni di indirizzo, la «Fondazione Milano-Cortina 2026», comitato organizzatore degli eventi olimpici e la Spa «Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026» chiamata a concretizzare opere ed infrastrutture (siti olimpici, strade e ferrovie).

Un’iniezione di fiducia per territori, comunità e discipline sportive che guardano alle Olimpiadi del 2026 come occasione di rilancio promozionale, economico e sociale. Tra queste la velocità su ghiaccio e l’Altopiano pinetano dove il connubio «Pattinaggio-Piné» ha espresso atleti, dirigenti, eventi ed una tradizione consolidata nel tempo (nel 1946 le prime gare sul lago di Serraia). «La “legge olimpica” non ha risolto tutti i quesiti sull’evento olimpico (non cita ancora risorse o precisi programmi e siti gare ndr), ma è il primo atto per dare attuazione al masterplan su cui poggia la Candidatura di Milano-Cortina 2026 - spiega Sergio Anesi già sindaco di Baselga e presidente delle Universiadi Trentine 2013, ed ora membro del Council della Federazione Internazionale (Isu) - si dà pieno riconoscimento ai valori di trasparenza, legacy e sostenibilità: carte vincenti della candidatura olimpica italiana».

Concetti al centro di incontro internazionale dell’Isu, che ha esaminato calendario, futuro e prospettive olimpiche del nuovo impianto pinetano. «La Federazione Isu ha da tempo ribadito che le prove olimpiche dello speed-skating si devono svolgere in una struttura coperta e permanente, contando su affiatato team di tecnici e volontari (è il concetto della legacy) - precisa Sergio Anesi che venerdì era in videoconferenza con il Council Isu - il nuovo palaghiaccio che nascerà a Piné è ispirato ai concetti di eco-sostenibilità (uso limitato del glicole, gas inerte, per raffreddare la pista), impiego di energia alternativa (pannelli fotovoltatici) e uso multidisciplinare (pista coperta in quota a 1.000 m. slm adatta per allenamenti e stage estivi di più sport). Elementi che, con la garanzia di una gestione ventennale della struttura, rendono oggi l’impianto di Piné l’unica ipotesi credibile per le gare della velocità in pista lunga (16 titoli in 10 giorni)».

A Piné nei mesi scorsi sono state avviate varie iniziative di riflessione sulla valenza dell’evento olimpico coinvolgendo amministratori, operatori e sportivi, anche con un percorso progettuale partecipato guidato da Michele Andreaus docente dell’Ateneo trentino.

«Ad inizio marzo abbiamo visitato sei strutture e piste coperte in Olanda: vera patria del pattinaggio - spiega Nicola Condini, direttore dell’Ice Rink Piné, accompagnato da Gomer Colombini (albergatore nel Cda dell’Apt e vice-presidente del consorzio operatori Co.Piné) e da Pierluigi Bernardi responsabile tecnico della pista pinetana - oltre alla Thialf Arena di Heerenveen, abbiamo conosciuto strutture e gestori di Leeuwarden, Haarleem, Utrecht, Hoorn e Alkmaar, e l’azienda già “MyLaps”, leader nei sistemi di cronometraggio. Conoscenze e suggerimenti da condividere con Coni, provincia ed organizzatori. La comunità pinetana crede nell’evento olimpico ed è pronta a fare la sua parte, garantendo passione, entusiasmo ed energie (tecnici e volontari) sia prima che durate i Giochi». «Speriamo di superare presto timori e limitazioni contro Covid 19 - conclude Anesi - l’Isu ha annullato l’edizione 2020 dei Mondiali di short-track, pattinaggio di figura e sincronizzato, rinviando la stesura della coppa del mondo della velocità su ghiaccio (le prime tappe forse a novembre tra Cina, Korea e Giappone).

Le Olimpiadi devono essere un traguardo verso cui lavorare con impegno e sinergia per il rilancio economico e sociale della nostra comunità».

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