Ancora delusioni dallo sci Costazza è solo nona

«Il mio è un risultato mediocre. Oggi si poteva fare bene, ci ho creduto fino alla fine. Ma ho sbagliato ancora tanto». Chiara Costazza non nasconde la delusione dopo il nono posto nello slalom speciale dei Giochi Olimpici di Pyeongchang. «Alla fine qui contano solo le medaglie - aggiunge - e io ci ho provato. Non avevo niente da perdere. Ero abbastanza contenta della prima manche (settimo posto a 94 centesimi dalla prima, ndr), poi nella seconda sono partita tranquilla ma ho commesso troppi errori. Ho dato il cuore per questa gara, mi porto a casa il nono posto, lo sport è così». Futuro? «È preoccupante che siamo ancora noi tre, seppur arrancando, che portiamo avanti i colori azzurri, non c’è un ricambio generazionale».

Anche nello sci alpino maschile ancora una delusione per l’Italia team ai Giochi Olimpici di Pyeongchang. Nel supergigante al Jeonseong alpine centre il migliore è stato Dominik Paris, settimo mentre Christof Innerhofer si è classificato al 16° posto. Peter Fill non ha concluso la prova. Oro all’austriaco Matthias Mayer, argento allo svizzero Beat Feuz, bronzo al norvegese Kjetil Jansrud.

«Mi aspettavo meglio da questi Giochi Olimpici. Non sono venuto qui per fare esperienza ma per ottenere risultati». È deluso e arrabbiato Dominik Paris. «Oggi non so dove ho mancato, devo vedere la mia discesa in video. I materiali erano posto, la schiena era posto, la testa era posto» ha aggiunto.

Delusione anche per Christof Innerhofer che ha chiuso la prova al 14/o posto: «Il bilancio dei Giochi è negativo, speravo invece di tornare a essere competitivo ma non è stato così, eppure poche volte mi sono sentito meglio di adesso. Sono un po’ triste, demoralizzato e dispiaciuto, ma ho troppa passione per questo sport e ho ancora voglia».

Infine Peter Fill, che è uscito nella seconda parte di gara per aver saltato una porta: «Sono partito deciso, ero veloce ma ho fatto un errore. Poi ho dovuto rischiare ed è andata male. Pensavo di avere l’esperienza per gestire il numero 1 di pettorale ma così non è stato».

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