Shopping invernale a Trento "Scomparso" lo sci da fondo

Dopo le prime sciate sul Tonale e, dallo scorso fine settimana, a Madonna di Campiglio, saranno diversi gli impianti ad aprire i battenti il prossimo weekend. L’arrivo del primo manto nevoso in quota, ha affrettato i preparativi in vista della stagione invernale ormai alle porte.

In attesa dell’apertura delle piste nei comprensori sciistici del territorio - che avviene come consuetudine nei primi giorni di dicembre - in tanti iniziano infatti a riprendere confidenza con sci, scarponi ed abbigliamento tecnico.

In molte vetrine del centro di Trento, già da qualche giorno, sono in mostra gli ultimi arrivi in fatto di accessori, vestiario, maschere o racchette da neve, mentre all’interno magliette e pantaloni estivi hanno da tempo lasciato il posto a giacconi, berretti di lana e guanti invernali.

Tra le novità di quest’anno, assieme alla comparsa di nuovi materiali e forme per sci e tavole, in cui inizia ad affermarsi l’impiego del carbonio per ridurre le vibrazioni durante la corsa, si rileva una quasi completa scomparsa delle attrezzature per lo sci di fondo, un tempo uno sport molto diffuso tra la popolazione trentina ed ora soppiantato tra gli appassionati e i turisti dall’emergente sci alpinismo.

«Non diciamo che lo sci di fondo è morto definitivamente - ha evidenziato al riguardo Mario Giovannini di «Tecnosci» - ma certamente è meno richiesto dalla cittadinanza e dunque poco appetibile da un punto di vista commerciale. A tal proposito, penso abbia giocato un ruolo determinante la diffusione dello sci alpinismo, che viene oggi praticato anche dai dilettanti in orario serale o notturno su piste normali. Rimangono comunque, in alcune zone deputate come a Cavalese, dei centri specializzati».

A trainare il settore rimane dunque lo sci alpino, su cui anche le multinazionali sembrano investire maggiormente, con l’introduzione di nuove tecnologie e materiali. Di fatto, approdano nei negozi del territorio - in relazione alla diffusione anche tra gli amatori - attrezzature simili a quelle utilizzate dagli atleti per le competizioni internazionali, con accorgimenti innovativi e estremamente complessi.

«Negli ultimi anni - ha spiegato Antonelli Seppi , titolare di «Sportlifee» di Piedicastello - lo sci è cambiato moltissimo: sono arrivati nuovi materiali e nuove configurazioni, mentre lo sci alpino si è ampiamente diffuso tra la popolazione sia residente, sia in villeggiatura. Lo sci da discesa, in particolare, si è rinnovato molto, con l’introduzione di nuove mescole o placche antivibrazione anche nei modelli più economici».

La spesa media per un paio di sci varia a seconda del modello, ma si passa dai 300 ai 500 euro per l’attrezzatura «gran turismo» (che copre le esigenze dei principianti e degli sciatori intermedi), per arrivare agli 800 o mille euro degli sportivi più esperti. Se poi alla spesa si aggiungono anche scarponi e vestiario completo, si può arrivare facilmente a superare i 1.500 euro. Tuttavia, come ha chiarito Francesco Sarrecchia di «Sportler», la maggior parte delle persone sceglie di diluire la spesa in diversi anni, comprando l’attrezzatura un po’ alla volta.

In grande espansione anche gli sport connessi alla presenza di neve anche alle quote più basse. Tra questi, un buon successo è riscosso, a quanto riferitoci dai commercianti, dall’escursionismo con le ciaspole. «Il vestiario tecnico - ha detto Gianni Broseghini , direttore di «Cisalfa sport» - va moltissimo, al pari di attrezzature per sport tipicamente invernali come ciaspole e racchette da neve».

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