Letizia Paternoster argento ai Mondiali di ciclismo su pista

Forse ci vorrà un po' per capire la grandezza dell'argento di Letizia Paternoster nell'omnium del mondiale su pista di Pruszkow, prima medaglia individuale (dopo i due bronzi del 2018 nel quartetto e nella madison) a livello assoluto per la fuoriclasse di Revò. A caldo, logica l'amarezza per una maglia iridata svanita negli ultimissimi frangenti di una corsa a punti emozionante che ha chiuso una giornata che la 19enne nonesa ha vissuto da autentica protagonista, cedendo solo nel finale a un mostro sacro dei velodromi come l'olandese Kirtsen Wild. A freddo, però, emergerà l'importanza di un risultato che è già storia: quella raccolta ieri dalla trentina è infatti la prima medaglia della storia della Nazionale femminile nell'impegnativa disciplina che coniuga quattro specialità diverse, una prova che tra l'altro assegna medaglie olimpiche, quindi è più che logico un ottimista sguardo verso Tokyo 2020.
L'omnium iridato della Paternoster è cominciato nel migliore dei modi, ovvero con il primo posto nello scratch davanti all'australiana Edmondson e all'americana Valente, con la Wild quarta. La sempre imprevedibile tempo race ha visto emergere l'outsider nipponica Kajihara, con la nonesa settima. Nell'eliminazione, altra prova di maturità di Letizia che nonostante qualche rischio è rimasta in lizza fino alle battute finali, per poi accontentarsi del terzo posto (dietro Valente e Wild). La decisiva corsa a punti si è quindi trasformato in un duello tra l'esperta (classe ?82) Wild e la giovane Paternoster, con l'azzurra che si presentava al via avvantaggiata di due lunghezze. In 80 giri ad altissima tensione, l'olandese è riuscita a mettere la freccia al quarto sprint (su otto), per poi venire riacciuffata dall'azzurra alla volata successiva. A rivelarsi decisivo per la medaglia d'oro, il penultimo sprint, con la Wild seconda e la Paternoster quarta, con i due punti di scarto (117 a 115) che poi sono rimasti fino alla fine visto che nell'ultima volata la nonesa non è riuscita a inserirsi nella lotta per i punti.
Per Letizia il mondiale non è ancora finito. Oggi, intorno alle 17, la nonesa tenterà di confermarsi sul podio mondiale della madison, sempre con Maria Giulia Confalonieri con la quale un anno fa vinse il bronzo alle spalle delle britanniche Archibald e Nelson (oggi sostituita dalla Evans) e della coppia olandese Pieters-Wild, che anche oggi sarà tra le principali avversarie del tandem italiano.
Un autentico trionfo italiano è stata invece la gara dell'inseguimento individuale. Merito di uno stratosferico Filippo Ganna e di un superlativo Davide Plebani: il verbanese, al terzo titolo iridato assoluto (oltre a un argento) nella specialità nonostante i 23 anni da compiere a luglio, in qualifica ha sbriciolato il record italiano che già deteneva, facendo registrare sui 4 chilometri un incredibile 4'07"456 che si colloca a un paio di decimi dal record del mondo dell'americano Ashton Lambie (un 4'07"251 favorito dall'altura messicana), per poi dominare in lungo e in largo la finale con il tedesco Domenic Weinstein (4'07"992 contro 4'12"571); da applausi anche il sorprendente bronzo dell'orobico, che nella finalina ha sempre tenuto a bada il russo Alexandar Evtushenko. Da menzionare anche il quarto posto del veneziano Francesco Lamon nel chilometro e il quinto del padovano Liam Bertazzo nella corsa a punti.

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