È morto Diego Armando Maradona Addio al più grande mito del calcio

È morto Diego Armando Maradona. La notizia shock arriva dall'Argentina. Aveva da poco compito 60 anni: fatale, a quanto si apprende, un attacco cardiorespiratorio.

Campione dai colpi irripetibili ma anche uomo fragile, Maradona è stato ricordato in tutto il mondo. «Un giorno, spero, giocheremo insieme a calcio in ciel», ha detto un altro mito del pallone, Pelè.

«È il nostro passato che se ne va», ha commentato Platini. Lutto nazionale di tre giorni in Argentina.

L’Inghilterra rende onore a colui che fu considerato un vero nemico sportivo. Ai Mondiali del 1986 segnò un gol con la "mano de Dios", in una partita vissuta come una rivincita della guerra della Falkland-Malvinas. Napoli sotto shock. La città commossa è scesa in piazza per ricordarlo.

Maradona, riferisce il giornale Clarin, che per primo ha diffuso la notizia, sarebbe morto nella sua casa di Tigres, zona alla periferia di Buenos Aires, dove si trovava dopo essere stato dimesso dalla clinica dov’era stato operato al cervello.

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 Sul posto sono poi sopraggiunte tre ambulanze. «È successo l’inevitabile», scrive il giornale.

Diego Armando Maradona era nato a Lanus il 30 ottobre 1960. "El Pibe de oro", leggenda del calcio mondiale, è stato la bandiera e il mito del Napoli.

«Per Sempre. Ciao Diego». Così il Napoli, con un cuoricino azzurro, saluta sul Web la sua leggenda.

La notizia della morte ha fatto rapidamente il giro del mondo. Anche in Italia si registrano già numerose reazioni negli ambienti sportivi e anche nella politica e nelle istituzioni, da dove arrivano messaggi di cordoglio.

Shock a Napoli. La notizia, alla quale molti ancora stentano a credere, è rimbalzata sui telefonini. In pieno centro, fra la gente in piazza Municipio una sola voce: «Era il più grande di tutti». Anche a Fuorigrotta, là  dove si trova lo stadio San Paolo, suo tempio calcistico, ci sta chi si commuove. Subito i ricordi per le sue straordinarie giocate. E una donna osserva: «questo 2020 è veramente l’anno peggiore».

«La morte di Maradona è una notizia terribile. Era più di un campione, era un genio del calcio, un fuoriclasse assoluto. Ha rappresentato in una stagione irripetibile i sogni e le speranze del popolo della mia città. Napoli piange, stasera», commenta il ministro dell sport, Vincenzo Spadafora.


Diego Armando Maradona era nato a Lanus il 30 ottobre 1960, quinto di otto figli. Cresciuto a Villa Fiorito, sin da bambino mostra tutto il suo talento al punto da finire appena a 10 anni sulle pagine del «Clarin».

Entra nel settore giovanile dell’Argentinos Juniors dove debutta nel massimo campionato il 20 ottobre 1976, dieci giorni prima di compiere 15 anni. Nel 1981 il passaggio al Boca Juniors ma già un anno dopo ecco l’arrivo in Europa: se lo assicura il Barcellona per 1,2 miliardi di pesetas.

Debutterà in blaugrana nell’agosto 1982 ma l’avventura in Catalogna è contrassegnata da vari problemi fisici e nell’estate del 1984 passa al Napoli per 13 miliardi e mezzo di lire.


Il Pibe de oro diventa un idolo del pubblico partenopeo: con lui arrivano due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa Uefa.
Maradona diventa il simbolo del calcio, un mito, l'esperesisone di una maestria superiore. Un artista del pallone.

La sua esperienza italiana si chiude il 17 marzo 1991, quando risulta positivo alla cocaina e viene squalificato un anno e mezzo.

Riparte dal Siviglia, poi Newell’s Old Boys e il ritorno al Boca Juniors fino al ritiro: la sua ultima partita è datata 25 ottobre 1997.

Con la nazionale argentina debutta nel febbraio del 1977, non viene convocato per i Mondiali che si giocano l’anno dopo proprio in patria ma disputa quelli del 1982 e soprattutto quelli del 1986, quando trascina la Seleccion al titolo: memorabile la sfida con l’Inghilterra dove prima segna un gol di mano («la mano de Dios» la ribattezzerà lui stesso) e poi una rete che verrà eletta come la più bella nella storia dei Mondiali in un sondaggio indetto dalla Fifa nel 2002.



Con la Seleccion arriva in finale anche a Italia ‘90, sconfitto dalla Germania, poi è presente a Usa ‘94 ma gioca appena due partite prima di essere squalificato perchè positivo all’efedrina. Proprio durante la squalifica intraprende la carriera di allenatore (Deportivo Mandiyu e Racing), che riprenderà molto più avanti, diventando ct della nazionale che guida ai Mondiali del 2010, fino all’eliminazione ai quarti. Allena anche l’Al Wasl a Dubai, l’Al-Fujairah negli Emirati e quindi il Dorados in Messico prima di accettare lo scorso anno la panchina del Gimnasia.

Una vita di eccessi, fra droga e alcol, Maradona si era liberato delle sue dipendenze grazie a lunghi soggiorni in centri di disintossicazione. Qualche giorno dopo il suo 60esimo compleanno è stato operato per rimuovere l’ematoma subdurale che gli era stato trovato nel lato sinistro della testa. Tornato a casa per proseguire il recupero, è stato stroncato da un arresto cardiaco.


Nel suo palmares con i club si ricordano 1 campionato argentino (Boca Juniors, 1981), 1 coppa del Re (Barcellona, 1982/83), 1 coppa di Lega spagnola (Barcellona, 1983), 1 supercoppa di Spagna (Barcellona, 1983), 2 campionati italiani (Napoli, 1986/87 e 1989/90), 1 coppa Italia (Napoli, 1986/87), 1 coppa Uefa (1988/89), 1 supercoppa di Lega (Napoli, 1990).

In nazionale A argentina conta 91 presenze con 34 reti, ed ha vinto i Mondiali 1986 e la coppa Franchi 1993, ma ha preso parte anche ai Mondiali 1982, 1990 e 1994, per 21 presenze ed 8 reti nella rassegna iridata. Nel 1994 fu trovato positivo al doping proprio durante i Mondiali: Argentina-Grecia 4-0 la gara incriminata.

È stato ct della selezione argentina dal 2008 al 2010. Successivamente è stato alla guida di Al-Wasl (2011-2012) e Fujairah  nel 2017-2018 (entrambi negli Emirati Arabi), della messicana Dorados (2018-2019) e infine era tornato in Argentina al Gimnasia La Plata.

In precedenza, sempre come allenatore, aveva avuto esperienze nel Deportivo Mandiyu (1993) e nel Racing Club Avellaneda (1995), ma senza avere successo. Direttore sportivo del Boca Juniors nel 2005, il nome di Maradona e' invece, senz'altro, legato ad una grande carriera da calciatore, dove ha vestito le maglie di Argentinos Juniors (dal 1976 al 1981), Boca Juniors (1981/82), Barcellona (dal 1982/83 al 1983/84), Napoli (dal 1984/85 al 1990/91), Siviglia (1992/93), Newell's Old Boys (1993/94), Boca Juniors (dal 1995 al 1997).

 

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