La Juventus va in campo il Napoli non si presenta: battaglia legale per il Covid

Doveva essere il big match della terza giornata della Serie A, è diventato il casus belli del calcio sul fronte covid. Juve-Napoli non si è giocata: la squadra di Gattuso ha dato seguito allo stop imposto dalla Asl partenopea dopo i due positivi (Zielinski ed Elmas), niente trasferta a Torino quindi, aprendo però un fronte di battaglia con la Lega calcio e uno scontro più ampio che adesso mette in campo tutti gli attori. Governo compreso. E il punto sulla querelle relativa alle competenze - chi deve decidere cosa - lo ha messo dopo l'ennesima giornata convulsa il Comitato tecnico scientifico: "Il Cts richiama gli obblighi di legge sanciti per il contenimento del contagio dal virus e ribadisce la responsabilità dell'Asl competente e, per quanto di competenza, del medico sociale per i calciatori e del medico competente per gli altri lavoratori". 

Da una parte il Napoli, che aveva chiesto al presidente della Lega Calcio Andrea Agnelli di non giuocare. Dall'altra la Juventus, che si è presentata ugualmente allo stadio. "Ci atteniamo al regolamento" ha commentato il patron della Juve Agnelli. Ma è caos completo sul futuro del campionato.

Ora per i partenopei arriverà la sconfitta 2-0 a tavoilino e probabilmente un punto di penalità in classifica. Ma il presidente è pronto ad una raffica di ricorsi legali.

Dunque le autorità sanitarie di Napoli, alla luce del boom di contagi in Regione, hanno fatto il loro dovere. Del resto anche il ministro della Salute Roberto Speranza era stato chiaro: "E' già deciso che non si gioca, ma parliamo troppo di calcio: pensiamo di più alla scuola. La priorità è la salute" dice, sottolineando che in questo momento di nuovo critico guardando ai numeri della pandemia "se dobbiamo rischiare facciamolo per gli studenti, non per gli stadi". Messaggio chiaro. Ma per il calcio le regole già varate con l'ok del Cts non sono derogabili: con due positivi nel gruppo squadra e resto dei tamponi ok a 48 ore dal match si deve giocare. E infatti da via Rosellini, nonostante il Napoli abbia ricevuto una nuova lettera della Asl che confermava il divieto alla trasferta a Torino per arginare il pericolo di un eventuale focolaio (come successo al Genoa), non è arrivata la sperata apertura. Anzi: nessun rinvio. "Il protocollo prevede regole certe e non derogabili, che consentono la disputa delle partite di campionato pur in caso di positività" ha infatti ribadito la Lega. 

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