Sinisa Mihajlovic e la malattia: «Ho pianto per quattro mesi» Il medico: «Un paziente esemplare»

Fuori programma, questa mattina, nella sala stampa dello stadio Dall’Ara a Bologna in cui è appena iniziata la conferenza stampa sulle condizione mediche dell’allenatore Sinisa Mihajlovic (in cura per una leucemia): i giocatori del Bologna entrano a sorpresa. «Non dovevate essere in campo?», li accoglie con ironia Sinisa: «Fanno di tutto per non allenarsi». Al tecnico il saluto del capitano Blerim Dzemaili a nome di tutti i rossoblu.

Affiancato dall’ad Claudio Fenucci («Sono strafelice di averlo qui con noi e di averlo rivisto in campo con la tutta del Bologna») e accolto anche dalla squadra («Dire che ci sei mancato è poco, siamo stracontenti che sei tornato. Grazie di essere tornato», le parole di Blerim Dzemaili a nome del gruppo), Mihajlovic ha voluto ringraziare tutti per «le dimostrazioni di vicinanza e affetto che ho sentito in questi ultimi 4 mesi. L’ultima volta ci siamo sentiti il 13 luglio, quando ho annunciato la mia malattia.
Pensavo fosse giusto, dopo il percorso fatto, parlare qui assieme ai medici che mi hanno curato per spiegare il mio stato di salute e quello che si deve fare per il futuro».

«In questi 4 mesi ho pianto e non ho più le lacrime. Mi sono rotto le palle di piangere» ha detto l’allenatore, dopo che il primario di Ematologia, Michele Cavo, aveva detto che «le lacrime sono catartiche», commentando il momento di commozione che aveva appena avuto il tecnico.

«Siamo ancora in una fase precoce. Abbiamo bisogno di tempo per cercare di capire la risposta finale» del paziente, «per monitorare Sinisa, le possibili complicanze» ha spiegato il dottor Michele Cavo, primario dell’Ematologia del policlinico Sant’Orsola di Bologna. Sinisa Mihajlovic, sottolinea Cavo, è stato circondato da «un affetto trasversale» che «gli ha dato forza». Ma «a dispetto di questo carattere estremamente robusto e vigoroso si è sempre fidato ciecamente di noi anche quando i “no” gli stavano stretti».

«Eh già, sono ancora qua. E lo sarò ancora». Se la moglie Arianna aveva citato Eros Ramazzotti per descrivere il suo ritorno a casa («Più bella cosa non c’è»), Sinisa Mihajlovic si rifà a Vasco Rossi nel giorno della sua conferenza stampa a un mese dal trapianto di midollo osseo.
«Andrò avanti per la mia strada, con le mie forze, sempre con cautela ma quando potrò esserci, ci sarò. Questo mi fa sentire vivo ma non posso andare oltre le mia possibilità: ho sempre ragionato col cuore, ora devo ragionare con la testa».

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