Questo Trento non scherza Espugnato San Martino

di Luca Avancini

Dimenticate gli avvii sofferti in Alto Adige, il rocambolesco 4-3 di Salorno del Trento di merliniana memoria, lo 0-2 rimediato a Plose nell’agosto del 2011, o il 2-1 strappato con le unghie e con i denti dal Trento di Manfioletti sul rettangolo di Termeno, grazie al rigore parato da Scali a una manciata di secondi dalla fine.

Dimenticate i debutti shock in D delle ultime due stagioni, il 4-1 a Bergamo con la tripletta dell’albanese Pllumbaj, l’1-2 interno con il Cartigliano, con i gialloblù ridotti in nove. Dimenticate tutto quello che è successo nel recente passato, questo Trento pare di tutt’altra pasta, di una consistenza molto più solida e resistente. Riparte da tre lanciando subito un messaggio chiaro e forte alle sue presunte antagoniste, tre come le reti rifilate a un generoso San Martino, tre come i punti conquistati, i primi di questo campionato.

L’inizio che serviva per prendere fiducia e confidenza con un torneo che la squadra vuole e deve interpretare da assoluta protagonista. Magari ci sarà tempo per ammirare anche trame di gioco più convincenti e brillanti, magari su campi diversi, il piccolo rettangolo di Moso, disegnato in mezzo alle montagne, nel cuore più profondo della val Passeria, invitava più alla battaglia fisica che ai ricami.

Battaglia scongiurata sin dai primi minuti dall’approccio deciso e dalla straordinaria forza d’urto gialloblù. D’altra parte quando disponi di tre attaccanti del calibro di Pietribiasi, Sottovia e Baido ogni altra considerazione passa quasi inevitabilmente in secondo piano, comprese le alchimie tattiche, le questioni sui moduli. Vero, il largo risultato finale è più il frutto delle giocate singole che di una coralità di gioco che si intravede a tratti, ma in questo momento contava solo una cosa, vincere, e averlo fatto in maniera larga e convincente non è un dettaglio trascurabile.

Il match segue i binari previsti, il Trento si sforza di giocare palla a terra cercando di innescare rapidamente il tridente offensivo. L’aggressività dei padroni di casa non paga, il Trento impiega poco a far saltare il fortino, anche perché quando riesce a infilare il pallone tra le linee sono dolori, Sottovia si fa parare la conclusione ravvicinata, Pietribiasi invece non perdona e fulmina Pomarè con una stoccata all’incrocio dei pali. San Martino colpito e affondato nel giro di cinque minuti, Baido fa girare la testa a Pruenster, il traversone dal fondo dell’attaccante incoccia il braccio largo di Florian Pichler e la direttrice di gara senza esitazioni indica il dischetto. Pietribiasi trasforma di giustezza spiazzando Pomarè.

Il Trento ha il torto o il buon cuore di non infierire, si allunga indolente per gestire il risultato, e invece finisce con la sua leziosità per incoraggiare quelli del San Martino. Che si procurano pure qualche buona opportunità per riaprire quantomeno il discorso, la più ghiotta subito dopo la mezz’ora con Florian Pichler e Baggio che mancano di testa la deviazione da due passi. Baido provvede dopo l’intervallo a smorzare le velleità degli altoatesini con una delle specialità della casa, il calcio piazzato, ma la gara non si spegne anche per merito del San Martino che vorrebbe il punto della bandiera, negato nel finale da Cazzaro pronto ad alzare sopra la traversa una deviazione di testa di Baggio.

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