Fiorentina, lo spettro serie B Antognoni ottimista: ci salviamo

Ora per la Fiorentina e i suoi tifosi la paura è diventata reale.

Il terrore di finire in B, come negli anni Novanta quando in rosa c’erano Batistuta e Effenberg eppure, inaspettata, arrivò la retrocessione.

«Bisogna restare tranquilli fino a domenica, alla fine arriverà un risultato positivo - si dice sicuro il club manager viola, Giancarlo Antognoni, alla cerimonia della Hall of fame -.
Dispiace per questa situazione. Bisogna uscirne e lo faremo».

Mancano 90 minuti alla fine e saranno pieni di ansia, paura, tensione per i viola che dovranno affrontare un’altra squadra in lotta per non retrocedere, il Genoa di Prandelli, alla prima volta da ex al Franchi. Proprio l’allenatore che sotto la gestione-Della Valle ha ottenuto i risultati migliori. Sfida da cuori forti, per cui il sindaco uscente di Firenze Dario Nardella ha lanciato un appello per andare tutti allo stadio, dopo il ko con il Parma che ha spalancato le porte del baratro: e anche il club adesso chiama a raccolta il popolo viola per il match di domenica sera, con applicazione di tariffe speciali e biglietti anche a un euro.

Gli stessi ultrà viola hanno scelto di congelare al momento la contestazione contro i Della Valle proprio per fare quadrato attorno alla squadra. La quale, dopo le dimissioni di Pioli a inizio aprile quando si è visto mettere in discussione dalla proprietà come persona prima che come allenatore, si è sciolta perdendo certezze e fiducia e soprattutto l’allenatore cui era legatissima. Dal suo ritorno a Firenze dove aveva lasciato bei ricordi e brillanti risultati nel triennio 2012-15, Montella non è riuscito a dare la scossa come sperava.

Anzi, la Fiorentina è crollata: cinque sconfitte di fila in campionato, sei considerando la semifinale di Coppa Italia con l’Atalanta, a secco di successi da tre mesi e addirittura da cinque sul proprio campo. Una squadra che ha smesso pure di fare gol tanto che nelle ultime sei partite di A ne ha segnati appena uno. Una squadra che dopo aver sognato l’Europa si trova a lottare per non cadere a 90 minuti dalla fine. 90 come la paura.

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