Loris Angeli è deciso: «Lascio il Dro»

«Il momento più triste della mia vita è stata la sconfitta al Briamasco nel derby con il Trento, il match di due settimane fa che ha decretato l’abbandono della serie D dopo 5 anni. Lì ho capito che ero arrivato al capolinea. Quindi, come ho già riferito in direttivo, lascio la presidenza e affido il Dro a persone responsabili che mi hanno seguito e che devono darsi da fare per mantenersi in Eccellenza». Loris Angeli, uno dei presidenti più longevi nella storia del calcio regionale, ci ha rilasciato una intervista che non ammette repliche.


«Dopo 40 anni di calcio - continua un affranto Angeli - ho dato tutto quello che potevo, ma soprattutto con la retrocessione mi è caduto il mondo addosso. Avevo un progetto pronto se fossimo rimasti in serie D, avrei continuato un ciclo con il nome Alto Garda continuando nel coinvolgimento di altri sponsor e di altri personaggi disponibili a puntare sui giovani e sulla vetrina della serie D».


Sappiamo quanto era importante per voi rimanere in questa categoria, unico baluardo del Basso Trentino.
«Ho fallito io. Mi assumo tutte le responsabilità. Quando ci si salva gli elogi vanno al mister e ai ragazzi, giustamente, quando si torna indietro la colpa è del presidente. E io me la prendo, senza problemi. Non scarico su nessun altro i miei sbagli, non ho evitato gli aiuti che mi sono stati dati, tra l’altro la figura di Petrollini è servita molto nel ruolo di direttore sportivo».


Avevamo visto un Angeli felice per quel ripescaggio così provvidenziale due stagioni fa. Ora ci sembra proprio risoluto e incapace di vedersi ancora in sella.
«Era il 3 giugno del 1978 - continua Angeli - quando mi insediai, ora nel 2018 il mio tempo è finito. A 70 anni, qualche problemino di salute e la voglia di dedicarmi alla famiglia, mi hanno fatto capire che è l’ora di smettere. Sono stato additato da padre-padrone, ma ho vinto 5 campionati e ho sempre onorato tutti gli impegni. Capisco che sono il 70% di questa società, ma so che ci sono le persone giuste, che finora mi hanno circondato che con altre sapranno andare avanti. La società è sana, non ci sono debiti e penso io a consegnare il bilancio in regola».


Come farà il nuovo direttivo senza Loris Angeli e così il Basso Trentino coinvolto in quel progetto che quest’anno si chiamava «Alto Garda» per tornare a tempi più felici?
«L’Eccellenza non è calcio amatoriale - continua un deciso Angeli - è la serie A della regione, per me la serie D è la “Champions League” delle nostre dimensioni. Penso ci siano i presupposti per tornare in D, ci sono le basi per farlo. Ma non devono deludere i miei successori come hanno fatto con me».


Ci spieghi meglio, presidente...
«Io dato a Dro e a questo territorio, ma il territorio non ha dato niente a me. Abbiamo fatto anche riunioni con altre società e sotto il punto di vista dei giovani ci sono stati buoni contatti. Il 18enne Alessio Forcinella è andato alla Primavera dell’Empoli, abbiamo valorizzato parecchi giocatori pronti a categorie superiori. Ma dall’altra parte della barricata (si intuisce che si parla di operatori economici e di amministratori, ndr) si è saltati sul carro del vincitore quando era ora di avere visibilità. Poi nessuno si è più visto o ha aperto il portafoglio, se non i soliti. Penso che quest’anno mancassero 50mila euro per salvarci. Poi abbiamo avuto quel periodo del girone d’andata attorno a Natale in cui abbiamo raccolto poco».


Torniamo al prossimo direttivo e all’assemblea per le nuove cariche che dovrebbe tenersi tra un mese.
«Se il dopo Dro di Angeli è il nulla, allora devo dire che ho fallito due volte. È giunto il momento di tirare fuori gli attributi. I miei dirigenti sono bravi e spero che trovino una soluzione. Vorrei tanto che non fosse disperso il lavoro che abbiamo condotto in porto. Una cavalcata epocale dal punto di vista emozionale, poi la costruzione del campo in sintetico e anche della tribuna. Dico che ho dato tutto quello che potevo dare con orgoglio e senza essere presuntuoso, ora con umiltà voglio andarmene. Giovedì scorso il direttivo mi ha scongiurato di restare, ma sono irremovibile. Non sono neppure andato a vedere il derby con il Levico Terme. I miei collaboratori sono molto competenti».


Se in assemblea non saltasse fuori nessun nome d’alternativa?
«Io ho fatto comodo quando serviva, poi ho dato fastidio quando non serviva più che fossi comodo. Ho una paura dentro di me, che si arrivi a dare le chiavi al Comune di una struttura da 3-4 milioni di euro e si riparta dalla Seconda categoria. Praticamente una storia buttata alle ortiche».

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