Due trentini su Luna Rossa per il sogno America's Cup

di Stefano Parolari

«L’obiettivo è uno solo: bere dalla famosa brocca alta 1 metro e mezzo e pesante 35 chili dell’America’s Cup, uno dei trofei sportivi più antichi del mondo (la sfida iniziò nel 1851), lo spumante con le bollicine trentine per assistere al trionfo della barca orgoglio della bandiera italiana e simbolo di una tecnologia all’avanguardia nella progettazione e nella navigazione»: così giovedì sera, presso la sala riunioni delle Cantine Ferrari l’imprenditore Matteo Lunelli e lo skipper-team director Max Sirena, riminese classe ‘71 e già vincitore nelle sue sette partecipazioni con l’americana Oracle Racing alla 33ª edizione e con l’Emirates della Nuova Zelanda nel 2017 a Bermuda, hanno aperto l’incontro con una parte dell’equipaggio che parteciperà alla 36ª edizione, che si disputerà ad Auckland nel 2021.

«Sembra un’astronave volante - hanno detto Matteo Lunelli entusiasta del progetto di sponsorizzazione a fianco degli altri colossi Prada e Pirelli, e lo stesso Sirena - nel presentare ad un appassionato e numeroso pubblico quest’avventura che decollerà in aprile con la “Prada Cup” quando Luna Rossa sfiderà nel Golfo degli Angeli a Cagliari, dal 23 al 26 aprile, nelle Wordl Series i kiwi neozelandesi di “Te Aihe”, detentori del trofeo e sfidanti del record di Luna Rossa, a cui si uniranno gli sfidanti inglesi di Britannia e gli americani Defiant, Ineos e American Magic.

Sirena ha spiegato come Luna Rossa si tratti di una classe nuova, un monoscafo “volante” che può raggiungere i 48-50 nodi (fino a 100 chilometri all’ora) con un equipaggio e un supporto che coinvolge 120 persone, delle quali il 70% sono italiani e le altre provenienti da tutto il mondo.

«Oggi - ha detto Sirena riferendosi al giovedì 6 è l’anniversario della vittoria italiana alla Louis Vuitton Cup - siamo consci di aver prodotto un monoscafo rivoluzionario AC 75, barca volante che, grazie ai “foil”, le ali che sostengono scafo e vele - randa e fiocco in carbonio tutt’uniche, con l’equipaggio diviso in due parti e diretto anche dai gommoni dove sopra ci sono gli ingegneri - riescono appunto a raggiungere velocità eccezionali. Il nuovo monoscafo supera i 20 metri di lunghezza (45 piedi), è largo 5 metri ed è dotato di un albero alto 26 metri e mezzo, quanto un palazzo di dieci piani, e pesa oltre 6 tonnellate e mezzo. Grazie ai due “foil” orientabili (le appendici sotto gli scafi) con winf e flap è capace di sollevarsi e volare sopra l’acqua».

Sirena ha annunciato che si sta guardando anche al futuro e tra i membri di “Luna Rossa” ci sono il trentino Ruggero Tita, che in questi giorni è in Australia per qualificarsi alle Olimpiadi di Tokyo della prossima estate con il Nacra 17 a equipaggio misto con la romana Banti dell’Aniene (sono iridati ed europei 2018), e il gardesano di Castelletto di Brenzone Matteo Celon, figlio di quel Mario “Ciccio” che è stato grande intreprete di tanti campionati velici e vincitore della Coppa America sulla svizzera Alinghi nel 2007 a Valencia (le altre sei edizioni sono dominio incontrastato di Stati Uniti e Nuova Zelanda, che se ne dividono tre a testa). Insomma la barca dell’armatore Patrizio Bertelli ha avviato quella sfida che già ha avuto illustri predecessori del calibro di “Azzurra” di Cino Ricci, del “Moro di Venezia” dell’armatore Gardini, di “Mascalzone Latino” dell’armatore Onorato.

A Trento Sirena era accompagnato da grandi atleti che hanno fatto la storia della vela italiana, transitando anche da campionati Mondiali ed Europei sul lago di Garda conoscendo ogni bordo da Riva a Torbole, soprattutto il triestino Vasco Vascotto (25 titoli mondiali) al suo esordio («la vita è fatta di sogni ed ora lo realizzo»), Checco Bruni alla sua quinta America’s Cup, tre volte olimpico e per la quarta volta con Luna Rossa, poi Pietro Sibello che con il fratello è un fenomeno sul veloce 49er (la barca con due velisti a bordo dove Tita si è formato all’inizio della carriera) e sarà addetto alla randa (la vela più grande attaccata all’albero alto 26 metri, non ci sarà bisogno di vele aggiuntive quali spinnaker o gennaker), Francesco Mario Mongelli, al debutto nel ruolo di navigatore e specialista di progettazione e sviluppo di strumentazione elettronica, Enrico Voltolini della New generation con Celon e Tita, laureato in ingegneria nautica a Genova, proveniente dal nuoto, addetto alle “volanti” e al fiocco. Così come altri del team hanno praticato altri sport, tra cui il canottaggio. Hanno partecipato al dibattito anche Michele Cannoni, un polivalente che sarà prodiere, drizzista e comandante, poi il corazziere Shannon Falcone, che ha partecipato a molteplici edizioni di America’s Cup: la prima nel 2000 con Mascalzone Latino, la seconda con Luna Rossa nel 2007, la terza e la quarta, vittoriose, con Oracle Team USA, la quinta nel 2015 con Luna Rossa. Questa è la sua sesta Coppa America. Infine Gilberto Nobili detto “Gillo”, nel ruolo di grinder (un verricello che si usa su grandi barche da regata), vincitore della Coppa America del 2010 e 2013 con il team Oracle e nel 2017 con Emirates Team New Zealand.

Il colpaccio di Bertelli è stato comunque l’ingaggio del “Cristiano Ronaldo” della Coppa America, l’australiano classe ‘71 James Spithill, il più giovane skipper ad aver vinto l’America’s Cup, che ha conquistato per due anni consecutivi (2010 e 2013), e lo ha reso insieme a Russell Coutts tra gli skipper più vincenti della Coppa America. È pluricampione nazionale e mondiale sia in regate di flotta che in match race, tra cui due vittorie alla Sydney-Hobart, con Comanche: un record ancora imbattuto. Jimmy è stato World Sailor of the Year e Australian Sailor of the Year e il suo nome è legato alla più clamorosa rimonta della storia dello sport, da 8-1 a 9-8, durante la Coppa America svoltasi a San Francisco nel 2013. È alla sua settima America’s Cup, la seconda con Luna Rossa. Con Bruni sarà il timoniere e Tita avrà molto da imparare a lavorare con loro.

Sirena ha poi rivelato che si sta producendo anche la Luna Rossa 2: «A Cagliari in allenamento abbiamo avuto un incidente di percorso, abbiamo disalberato. La barca è sempre spinta al massimo, si possono creare anche rotture e quindi una seconda opportunità è necessaria».
Il responsabile del controllo qualità ai cantieri persico a Marine di Nembro, dove sta nascendo Luna Rossa 2, è Fabrizio Nicotera di Riva del Garda, che esegue tutte le ecografie dei pezzi in composito con uno strumento usato anche nell’industria aerospaziale. Rileva difetti, delaminazioni, porosità del materiale ed eventuali “vuoti”. Fabrizio è diplomato geometra, e dopo una “salutare” gavetta in uno studio rivano si avvicina alla Coppa America nel 2007 con Luna Rossa, entrando nello staff dell’azienda bergamasca a pieno titolo.

Abbiamo chiesto a Sirena che c’è un grande trasporto per Luna Rossa, che dovrebbe essere finalmente pronta a battere gli “All Blacks” del mare. E lui: «Li abbiamo già sconfitti a S. Francisco, ma oggi ci troviamo di fronte ad una competizione con una classe nuova dall’elevato sviluppo tecnologico. È un mix di aerodinamica, meccanica, elettronica e controllo ai computer. L’energia è ingegnerizzata con pompe e ingranaggi in maniera sensibile. La velocità è distribuita in ogni settore per trovare il giusto equilibrio. È un mondo nuovo - continua Sirena - e la rondine deve trasformarsi in aquila anche in resistenza e stabilità. Conterà poi il lavoro di squadra, il risultato sarà sottoposto a 1.500 variabili. Su Luna Rossa ormai i sensori per il vento sono l’1%, per il resto contano le manovre sensibili per sollevarsi da 15-30 nodi e poi spingere fino al limite. Per entrare nel mito, per essere i vincitori del più ambito trofeo della vela mondiale».

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