Mondiali, debutto amaro per Crippa Niente finale nei 5000 metri

È amaro il debutto mondiale di Yeman Crippa. Molto amaro. Nel primo giorno dei Mondiali di Doha arriva subito un pesante semaforo rosso nelle batterie dei 5000 metri: niente qualificazione per la finale di lunedì sera, niente attacco ad un miglioramento nel primato personale che avrebbe permesso di dare la definitiva spallata al record italiano. Insomma, non c’è spazio per i sogni nel venerdì sera di Doha. All’interno dello stadio Khalifa si sta anche bene, umidità a parte: 26 gradi contro gli oltre 35 dell’esterno. Ma il Crippa del Qatar non è lo stesso ammirato in Europa nel corso dell’estate, nonostante una condizione che - si diceva - decisamente più brillante.

Il 13’29”08 del ventiduenne trentino in tal senso dice poco: tutto si è giocato negli ultimi duemila metri, quando un gruppo di 14 atleti ha combattuto per farsi largo e meritare la finale. Il portacolori delle Fiamme Oro è apparso troppo presto in debito di ossigeno, con un cambio di passo non sufficientemente efficace per chiudere con un 11imo posto parziale che l’ha estromesso dalla finale ancor prima che scendesse in pista l’altra batteria.

Una seconda batteria che - da tradizione - si è rivelata più veloce, promuovendone 9 nell’atto conclusivo. Una finale che Crippa dovrà seguire dall’albergo, in attesa di cercare il riscatto domenica prossima, sei ottobre, nell’ultima giornata dei Mondiali di Doha, quando ci riproverà in un 10.000 metri sulla carta ancora più complesso.
Lo sviluppo della batteria di Crippa è stato tra i più prevedibili: empasse iniziale, rotta dallo svizzero Julian Wanders che al solito ha voluto dare una sferzata al ritmo, sorretto poi dall’ugandese di Toscana Oscar Chelimo e soprattutto dal talentino keniano Jacob Krop.

Fino ad un chilometro dalla conclusione (10’56”52 il passaggio ai 4000), Crippa appariva sul pezzo, tra la quinta e la settima piazza provvisoria, poi gli ultimi due giri e mezzo l’hanno visto cedere il passo: 2’32 il suo parziale finale, neanche male; ma gli altri ne avevano di più.
«Ora devo farmi un esame di coscienza e recuperare al meglio in vista dei 10.000. Peccato, credevo alla finale, volevo confrontarmi con i migliori; ma è stato più difficile del previsto».

La vittoria nella batteria è andata all’etiope Selemon Barega (13’24”69 con un 2’28 nell’ultimo mille) e con lui hanno meritato il passaggio diretto del turno lo stesso Krop, l’esperto campione uscente Muktar Edris, Jakob - il più giovane degli Ingebritsen, poi raggiunti anche dai fratelli Henrik e Filip nella seconda batteria vinta da Paul Chelimo - ed il canadese Ahmed. Per accedere alla finale, sarebbe servito correre sotto il 13’26, tempo naturalmente alla portata di Crippa. E l’amarezza aumenta.

Insomma, dopo una stagione di grande profilo in Europa, il contatto con il Mondo è stato scottante, fin troppo. Cosa non è andato? Spetterà a Yeman e al tecnico Massimo Pegoretti capire se si sia trattato di una giornata storta o altro, per provare a ricalibrare il tiro in vista dei 10.000 conclusivi.

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