Yeman Crippa oggi a Doha: «Voglio arrivare nei primi 10 al mondo»

di Luca Perenzoni

Yeman Crippa parte per i Mondiali di Doha con la voglia di portare a casa due piazzamenti nella top ten iridata, nei 5000 metri prima, nei 10.000 poi. «Ma se dovesse arrivare il miracolo di un singolo piazzamento intorno alla quinta o sesta posizione, andrebbe bene lo stesso».

Sono questi gli intenti che il ventiduenne poliziotto trentino ha messo nella valigia che imbarcherà stamani a Malpensa, direzione Qatar. Volo diretto, per poi iniziare l’ambientamento verso il debutto iridato di venerdì 27, primo giorno della rassegna mondiale.
«Per me sarà il primo Mondiale e sono pronto a viverlo al meglio, pur nell’incertezza del debutto. Di certo non sarà facile, ma ci tengo a fare del mio meglio e provare a conquistare due piazzamenti nella top ten».
Traguardi sicuramente non agevoli, va detto. Anzi: come di consueto Yeman non si accontenta.

«In base alla lista delle iscrizioni, per assurdo credo che sarà più dura nei 10.000 che non sulla distanza minore. Soprattutto perché gli iscritti nella gara più lunga sono quasi tutti specialisti e faranno solo quella prova. Nei 5000 invece conterà molto la composizione e l’andamento delle batterie: non so ancora se saranno due o tre, molto dipenderà da quel fattore.

Ma sono problematiche relative: se si vuole arrivare in alto, si deve essere pronti ad ogni evenienza e, onestamente credo di esserlo.
La mia condizione è migliore di quella di luglio e se le gare lo consentiranno, credo di essere in grado di migliorare entrambi i miei primati personali».

Nei 5000, ormai il record italiano di Salvatore Antibo è a tiro: 13’05”59 per il siciliano nel 1990, 13’07”84 per il trentino poco più di due mesi fa a Londra. Migliorare significherebbe riscrivere la storia del mezzofondo nazionale.

«Le gare di campionato sono spesso di difficile lettura, ma se le condizioni lo permetteranno credo di poter correre forte. Ecco, se il traguardo principale sono i piazzamenti nella top ten, il secondo obiettivo sarebbe il miglioramento cronometrico».

Venerdì subito in pista per i 5000 (alle 18.55 italiane), poi l’eventuale finale è in programma lunedì sera alle 20.20; nel giorno di chiusura, domenica 6 ottobre, ecco poi i 10.000 metri.
«C’è tutto il tempo per recuperare, quasi una settimana, non dovrebbe essere un problema. Come non sarà un problema l’ambientamento in un contesto difficile, con l’aria condizionata a mitigare in campo le temperature del Qatar. Non mi è mai capitato, ma sarà una situazione comune per tutti».

Ieri l’ultimo allenamento italiano («peccato per la pioggia, ma ho lavorato comunque bene»), domenica invece si è goduto l’abbraccio dei runner a La 30 Trentina. «È sempre un piacere dare un piccolo aiuto al mio allenatore Massimo Pegoretti (presidente del comitato organizzatore della gara, ndr) e mi metto volentieri in gioco. Credo che faccia parte anche del mio essere atleta, propormi vicino agli atleti in questo genere di manifestazioni».

Detto delle sue ambizioni, quali potrebbero essere le chance italiane?
«Se si parla di medaglie, credo che in pista tutto dipenderà dal solo Gianmarco Tamberi; allargando il tiro qualcosa potrebbe arrivare dalla marcia. In un discorso più ampio, prevedo molte buone notizie per l’atletica italiana che presenterà molti giovani in grado di sorprendere: Luminosa Bogliolo negli ostacoli è un nome che mi sento di spendere per una bella prestazione, anche se naturalmente il podio sarà lontano».

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