Doping, Russia riammessa ma è polemica nella Wada

La Russia rientra nel mondo della lotta al doping, ma lo fa con un avviso di «rigido regime di controllo»: è la decisione della Wada, l’agenzia mondiale antidoping, che ha posto fine al bando durato tre anni per le accuse di pratiche di alterazioni delle prestazioni sportive effettuate con la complicità dei vertici sportivi e politici.

È l’esito del voto dei 12 rappresentanti dell’Esecutivo Wada, svoltosi a Victoria (Seychelles), che ha subito provocato proteste. Due le condizioni perché l’agenzia antidoping di Mosca venga riammessa: il riconoscimento che di ‘«doping di stato» si sia trattato e il pieno accesso ai dati del laboratorio di Mosca da parte degli ispettori dell’Agenzia Mondiale. «È una decisione a maggioranza», ha detto il presidente Wada, Reedie, e subito Linda Helleland, politica norvegese e sua vice, ha preso le distanze: «Ho votato contro». «È la più grande truffa mai perpretata ai danni degli atleti puliti», il commento di Jim Walden, avvocato dell’ex direttore del laboratorio moscovita Rodchenkov che denunciò le manomissioni.

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