La tragedia / Il dramma

Lo strazio della sorella di Matilde Lorenzi su Instagram: “Un dolore immenso”

Non ci sono responsabilità penali per la morte della sciatrice Matilde Lorenzi. Lo sottolinea la Procura di Bolzano in una nota precisando che il pm "ha già rilasciato il nulla osta alla sepoltura, atteso che non si ravvisano responsabilità penali"

VAL SENALES Morta la giovane sciatrice Matilde Lorenzi
L'INCIDENTE Drammatica caduta per Matilde Lorenzi
IL DRAMMA Morti l'azzurro dello sci Pession e la fidanzata

BOLZANO. "Con un dolore immenso comunico che la nostra Mati ci ha lasciato". Così Lucrezia Lorenzi ricorda la sorella Matilde su Instagram pubblicando anche una foto della giovane sciatrice morta dopo essere caduta durante un allenamento in Val Senales. Lucrezia invita “chi volesse salutare” Matilde ad un rosario alla chiesa di San Lorenzo a Giaveno mercoledì 30 ottobre alle 18.00. Anche Lucrezia Lorenzi è una sciatrice e ha partecipato alla Coppa del mondo e alla Coppa Europa. 

La Procura

Non ci sono responsabilità penali per la morte della sciatrice Matilde Lorenzi. Lo sottolinea la Procura di Bolzano in una nota precisando che il pm "ha già rilasciato il nulla osta alla sepoltura, atteso che non si ravvisano responsabilità penali". La Procura precisa inoltre di aver aperto, "su segnalazione dei Carabinieri di Senales, un procedimento per atti non costituenti reato".

Il dolore di Isolde Kostner

"Nello sci, soprattutto nelle discipline veloci, il margine di rischio resta: ma la ricerca su protezioni e sicurezza deve andare avanti. Qualcosa si può ancora migliorare". Al telefono con l'Ansa ha la voce rotta dall'emozione, Isolde Kostner: rivive i fantasmi del passato parlando della morte choc di Matilde Lorenzi.

Trent'anni fa, infatti una giovanissima Kostner conquistava la prima gara della sua carriera in un clima di tristezza infinita: il 29 gennaio 1994 a Garmisch-Partenkirchen mentre lei con il pettorale n.35 vinceva la discesa di coppa del mondo, l'austriaca Ulrike Maier moriva in seguito a una terribile caduta in gara. Nell'impatto violento si sganciò il casco, provocando la frattura delle vertebre cervicali della sciatrice, rimasta esanime in pista.

"Ho vissuto quello choc da vincitrice della gara - ricorda l'ex campionessa di Bolzano - al traguardo mi chiedevano cosa ne pensavo della caduta, ma io non ero al corrente di nulla, non ero consapevole della gravità della situazione. Fu bruttissimo".

Dell'incidente della promessa dello sci azzurro mentre si allenava in Val Senales, Kostner ha saputo da suo figlio, che ha amici che stavano seguendo in quella zona il corso per maestri di sci. "Gli hanno scritto di questa caduta terribile - spiega - erano tutti in cima che piangevano, hanno visto la giovane cadere e che non si muoveva più. I soccorsi, la corsa dei tecnici, l'elicottero che l'ha portata in ospedale. Ero già distrutta ieri e sapere che non ce l'ha fatta è davvero terribile".

Il pensiero va a Matilde "che ha messo tutta la passione per inseguire i sogni attraverso lo sport - sottolinea l'ex sciatrice - e penso poi alla sua famiglia che l'ha salutata, pensava di rivederla e invece non sarà così".

Un incidente, come purtroppo ce ne sono stati altri sugli sci, riporta all'attenzione di tutti il tema della sicurezza. "Si sono fatti grandi progressi? In gara sicuramente si, in allenamento spesso le reti di protezione non ci sono, ma Matilde Lorenzi è caduta in avanti, e le protezioni non c'entrano. Il colpo forte lo ha preso quando ha sbattuto con il viso. In passato, quando ci fu la tragedia di Ulrike, non c'erano le protezioni alla schiena e quando sono state introdotte in tanti non le volevano usare. Poi ci si abitua e adesso sarebbe impensabile gareggiare senza".

Sulla tutela della testa qualche possibilità in più secondo Kostner c'è. "Parliamo di sport in cui si va a una certa velocità, persino in gigante anche a 60 km orari - aggiunge l'ex campionessa -, si potrebbe pensare al casco integrale. Io ad esempio usavo la mentoniera in discesa e superg, ma anche quella non garantisce sicurezza perché il colpo di frusta e quello alla nuca non lo eviti".

In qualche modo però si può guardare ai progressi fatti in F1: "Un margine ci può stare con un supporto per la nuca anche per lo sci così come hanno fatto in formula 1: certo chi scia è molto più mobile rispetto a un pilota, ma comunque sono cose che si possono testare anche per gli sciatori. Certo il rischio assoluto non lo elimini, il busto, la pancia non sono protetti: per questo la ricerca non si deve fermare".

 

 

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