Ciclismo / Il pronostico

Giro d’Italia: Moser non ha dubbi, Carapaz è il principale favorito

Parla uno dei ciclisti più forti di sempre: “Speriamo che Vincenzo Nibali faccia il miracolo, oppure che venga fuori Giulio Ciccone”

ROMA. "È difficile che quest'anno un italiano possa vincere a Verona. Speriamo che Vincenzo Nibali faccia il miracolo, oppure che venga fuori Giulio Ciccone, già vincitore della maglia azzurra di leader della classifica del Gran premio della montagna". Francesco Moser avanza seri dubbi sulle chance di successo finale di un italiano al Giro d'Italia, a pochi giorni dall'inizio dell'edizione n.105/o, venerdì da Budapest. Tuttavia, l'ex campione trentino punta tutto sull'ecuadoriano Richard Carapaz.

"È lui - dice Moser - il favorito in senso assoluto, perché ha già vinto il Giro (nel 2019, sempre a Verona, ndr), perché è forte e perché ha una squadra molto quotata come la Ineos Granadiers, in grado supportarlo in ogni dove". L'ex recordman dell'ora quest'anno sarà al Giro ancora una volta nei panni di testimonial della Banca Mediolanum, sponsor del Gran premio della montagna per il 20/o anno consecutivo.

La nuova maglia azzurra, che verrà assegnata al miglior scalatore del Giro d'Italia 2022, sul colletto reca la scritta ricamata “C'è anche domani”, in omaggio al fondatore Ennio Doris. Moser sarà affiancato da altri testimonial d'eccezione, come gli ex campioni del mondo su strada in linea Alessandro Ballan, Paolo Bettini e Maurizio Fondriest, oltre che dall'ex maglia rosa Gianni Motta.

"Senza Damiano Caruso e senza Filippo Ganna sarà dura per i colori italiani - è l'opinione di Moser -. Il percorso è difficilissimo, prevede salite tutti i giorni e un dislivello-monstre di oltre 50.000 metri. L'olandese Tom Dumoulin? Finora non ha fatto nulla, bisognerà tenere d'occhio anche il britannico Simon Yates che, nel 2018, vide sfumare la vittoria nelle ultime tappe, a causa degli exploit di Chris Froome. Vedremo, inoltre, cosa farà Alejandro Valverde che, però, ha un'età e alla lunga può accusare un certo logorio in una corsa così dura".

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