Mvt- Il campione trentino di sempre Nuova sfida: Tita vs Maffei Votate il vostro atleta del cuore

di Stefano Parolari

Nuova sfida tra campioni del nostro sondaggio “Mvt - Il campione trentino di tutti i tempi”: oggi è tra il velista Ruggerto Tita e la pattinatrice Cecilia Maffei.

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LA REGINA DELLO SHORT-TRACK

Esperienza, dinamismo ed equilibrio sul ghiaccio, garantendo sempre il giusto contributo alla squadra azzurra. Cecilia Maffei, classe 1984 di Pinzolo, è la più forte e titolata campionessa trentina nello short-track (pattinaggio in pista corta), capace di ottenere la qualificazione a quattro edizioni dei Giochi Olimpici e di coronare la sua prestigiosa carriera con la medaglia d’argento ottenuta nella staffetta dell’ultima rassegna olimpica di Pyeongchang. «Ho iniziato a gareggiare già a sette anni (era il 1992) con lo Sporting Ghiaccio Pinzolo e sotto la guida degli allenatori Franco De Col e Aniello Colucci - racconta Cecilia Maffei - ricordo il successo al Trofeo Topolino del 1994 e nel Criterium Nazionale Propaganda, vero campionato italiano giovanile». Se nel gennaio 2001 Cecilia Maffei partecipava ai suoi primi Mondiali Junior, nel 2002 gareggiava già in Coppa del Mondo nelle Fiamme Azzurre.

«Ho fatto parte della squadra azzurra per oltre 15 anni (sempre presente dal 2003), dando un contributo importante nelle prova a staffetta accanto a campionesse come Arianna Fontana, Martina Valcepina, Katia e Mara Zini - spiega Cecilia Maffei - ha volte sono stata scelta come riserva, ma ho saputo conquistare l’oro agli Europei di Torino nel 2017 e il bronzo a Sochi 2016, accanto all’argento olimpico di Pyeongchang, dopo una stagione iniziata bene (3° posto nella staffetta nella coppa del mondo a Shanghai), e dove ho saputo recuperare da un serio infortunio alla caviglia. Tra i ricordi più belli anche il bronzo ottenuto ai Mondiali a squadre a Bormio, davanti a un grande pubblico». Tante trasferte e ore di allenamento sul ghiaccio del centro federale di Bormio, ma anche grandi emozioni in pista. «Lo short-track è uno sport molto adrenalinico, disputato a stretto contatto con altri atleti nella stessa batteria - precisa la skater di Pinzolo - serve grande abilità, precisione ed esperienza perché le cadute o lo squalifiche (decise anche che il video-replay) sono dietro l’angolo, e possono rovinare la tua prestazione o dell’intera staffetta. Una disciplina dove il risultato è sempre incerto, anche se c’è amarezza quando vieni esclusa all’ultimo da un quartetto che punta alle medaglie». Nell’ultima stagione un infortunio alla schiena ha frenato le sue ambizioni e prestazioni.

«Dopo la preparazione estiva ho accusato tanti problemi alla schiena e non ho partecipato alle gare internazionali - conclude Cecilia Maffei - il tutto in un finale di stagione condizionato dall’emergenza di Covid 19 e dall’annullamento di Mondiali e Campionati Italiani. Ora sto cercando di recuperare al meglio, sperando avere nuove chance azzurre nel 2020-21. La speranza è quella di raggiungere la quinta Olimpiade, ma la qualificazione per Pechino 2022 non sarà agevole, e a 35 anni tutto diventa più difficile. Per paio di stagioni vorrei dare ancora il mio contributo ed esperienza al gruppo azzurro e alla mia società di Pinzolo, dove stanno crescendo tanti giovani atleti che si stanno affermando a livello nazionale».


IL CAMPIONE DEL NACRA 17

Ruggero Tita, velista professionista, ha due obiettivi nel proprio futuro. Il prossimo anno la seconda partecipazione olimpica, dopo quella di Rio sul veloce 49er un’imbarcazione veloce e un catamarano che viaggia spedito sull’acqua, e poi l’inserimento nel prestigioso team di “Luna Rossa” pronta a sfidare in Coppa America il defender di Nuova Zelanda, poi la britannica Ineos e l’americana New York.

«Certo - ci dice l’atleta che si è allenato in clausura a casa con attrezzi da palestra ed è fresco di laurea in ingegneria informatica (per il settore di organizzazione aziendale) - ne è passato di tempo quando da ragazzino alla Velica di Caldonazzo andavo con l’Optimist, assieme al mio amico Simone, sull’altra sponda a mangiare la merenda alla Cà Rossa. Mi sono avvicinato alle barche competitive in velocità, prima al 29er e poi al 49er da timoniere e con vari prodieri. Per la verità da piccolo guardavo alle imprese oceaniche e il mio idolo era Soldini, il solitario. Poi mi feci trascinare dalla passione per gli scafi leggeri e duri da dirigere, quindi sono stati i fratelli Sibello, con i quali ho un ottimo rapporto, i miei punti di riferimento. Da qualche anno formo un’affiatata coppia sul Nacra 17, uno scafo “misto” con la romana Caterina Banti della Canottieri Aniene. E di soddisfazioni ce ne siamo levate tante.
Il nostro anno magico è stato il 2018 quando abbiamo praticamente trionfato in ogni gara del Nacra. Tutte prime posizioni tranne un secondo posto. La gemma di quella stagione era stata il titolo iridato conquistato ad Aarhus in Danimarca dove sul podio c’era, argento ai Giochi di Rio, la coppia australiana con skipper Outteridge e la coppia argentina con il mitico Lange. Siamo un po’ come “i figli del vento” e dopo la pandemia ci auguriamo di poter disputare in autunno a Kiel la prova di qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo».

Ruggero ha già una presenza ai Giochi nel proprio carniere agonistico. «Con il prodiere Zucchetti - prosegue il velista trentino - ci cimentammo con il 49er sulle acque brasiliane e fu autentica battaglia. Rimanemmo fuori dalla Medal Race, ma è stata comunque un’esperienza importante, piena di fascino. Il raggiungimento di un sogno che voglio rivivere anche se il duello con gli altri azzurri Bissaro e Frascari sarà importante fino alla fine, visto che il posto olimpico è uno soltanto». La delusione più cocente? «Sicuramente nel 2017 al Mondiale di Nacra 2017 quando eravamo in testa ma una collisione, sulle acque francesi, ci fece scivolare al bronzo».

La scelta dell’armatore Bertelli e dello skipper Max Sirena di aggregarti, dopo i Giochi, all’equipaggio di “Luna Rossa” è un traguardo di tutto rispetto. «Continua il feeling con la velocità perchè quella imbarcazione è stata realizzata per essere un esempio di alta tecnologia velica. Oltre all’obiettivo di arrivare alla finale di Auckland ci sarà maniera di sperimentare la tecnica del foil, della navigazione “volando” sull’acqua. Come piace a me, diventare un pò i “piloti” del futuro e riportare l’Italia in auge».

 

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