Moioli: la mia Coppa a tutti i nonni che non ce l'hanno fatta

In equilibrio tra il dramma vissuto a distanza e la cruda realtà che si fa sentire dalla finestra di casa, Michela Moioli fa più fatica che sulla tavola da snowboard. Che pure l’ha fatta volare fino all’oro olimpico.
Nella sua Alzano, flagellata dal coronavirus, sono stati giorni terribili. «Di sirene lì fuori se ne sentono molte meno, grazie al cielo. La situazione è migliorata ma non dobbiamo ancora abbassare la guardia», dice la campionessa dello snowboard, che fino a qualche settimana fa viveva invece in equilibrio tra la neve e il cielo, e alzava la sua terza Coppa del Mondo. E non avrebbe mai immaginato che la sua Alzano diventasse in breve uno dei focolai italiani del virus.

«Fa un po’ strano, ti colpisce nel tuo paese e non ti rendi conto», ammette la Moioli, trionfatrice seriale degli anni pari, 2016, 2018 e 2020: «Speriamo di farlo anche nei dispari...», auspica ricordando ancora l’oro olimpico nel cross a PyeongChang due anni fa. Il 13 marzo scorso si è ripetuta con la terza Coppa del Mondo alzata in Svizzera e dedicata alla nonna Camilla, che con il Covid-19 si è dovuta invece arrendere all’età di 85 anni: «Invece il nonno Antonio è ancora in ospedale ma sta meglio e forse lo dimettono», dice con il sorriso vivo la ventiquattrenne azzurra. «Questo momento ti fa dare più importanza ai propri cari, ti prendi più cura di loro», dice l’atleta. Ed è a loro e a tutti i nonni che intesta ora l’ennesimo trofeo conquistato: «Oggi la dedico non solo ai miei nonni, ma a tutti i nonni che sono venuti a mancare in questa tragedia. Tante famiglie sono state colpite, coppie intere di anziani scomparsi. Questo è il prezzo più grande che l’Italia deve pagare. Non sono “vecchi”, come qualcuno li vuole dipingere. Sono le persone che hanno dato origine a noi».

E le cose familiari ora occupano i maggiori pensieri, come il tavolo che deve diventare il punto di partenza della casa nuova con Michele: «Con il mio fidanzato stiamo sistemando un vecchio tavolo che ci vogliamo portare a casa quando andremo a vivere insieme. Di che colore? Mi piace chiaro, color vita». Quella vita che dopo il lockdown è cambiata per tutti: «Vado una volta a settimana a fare la spesa, riempio il carrello e via. Non come tanti che prendono tre cose per poi avere la scusa di tornare - dice Moioli - per il resto mi alleno in casa con Rocco». Il cagnolino di famiglia, la sua mascotte: «Mi fa ridere perché faccio stretching mi salta addosso ed è buffissimo».

Sport e non solo: «Sì, suono l’ukulele, lo conosce?». Lo suonavano anche i Beach Boys, che ricordano un altro tipo di tavola, il surf. «Ma ascolto molti generi, dipende dal momento. Mi piace la musica latina, ma prima delle gare solo il rock mi carica: prima dell’ultima gara in Svizzera che è valsa la vittoria della Coppa del Mondo, ho ascoltato “Rock you like an Hurricane” degli Scorpions».
Ultima volta sulla neve, chissà quando ci tornerà il popolo degli sport invernali: «Noi siamo stati fortunati perché abbiamo potuto finire la stagione - ammette - ma ora la salute viene prima di tutto e lo sport è passato in secondo piano. Vediamo come sarà il rientro, in estate spesso andavamo a prepararci allo Stelvio ma forse cambierà tutto».

Qualche beneficio però lo avrà il clima forse.  «Sicuramente questo stop forzato dà un po’ più di ossigeno alle nostre montagne, sarebbe bello che imparassimo tutti a ridurre le emissioni e inquinare meno. Anche a prenderci più cura della nostra casa e del nostro pianeta - conclude l’olimpionica dello snowboard - Basta poco per avere dei piccoli miglioramenti.
Finito tutto, sarà più bello sentirsi italiani. Le persone saranno migliori, più altruiste».

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