Sei Nazioni di rugby l'Italia parte contro i "giganti" del Galles

Una vittoria senza troppi patemi, magari con un +24 di scarto come nel match di due anni fa, sempre a Cardiff. È questa l’intenzione del Galles campione in carica che oggi comincia il Sei Nazioni 2020 ricevendo l’Italia al Principality Stadium. Tutto ciò per far capire la difficoltà dell’impegno che attende gli azzurri, a secco di vittorie nel torneo dal 2015 (in casa dal 2013) contro la squadra semifinalista dell’ultimo Mondiale (perse con il Sudafrica, poi campione, per 19-16). È il Galles del dopo Gatland, mago della panchina sotto la cui guida in 12 anni i biancorossi hanno vinto 4 volte il Sei Nazioni (in tre casi con il Grande Slam) e due volte sono stati semifinalisti mondiali.
Ora il ct è l’altro neozelandese Wayne Pivac, ma per l’Italia rimane un impegno da far tremare i polsi.
Ma il nuovo capitano azzurro Luca Bigi non la vede così nera.
«A Cardiff ci aspetta una sfida ovviamente difficile, ma li abbiamo studiati a lungo e nel dettaglio - dice -, e siamo preparati tatticamente e strategicamente per fronteggiare una formazione che esprime un rugby di grande qualità e quantità.
Dalla formazione che hanno scelto di schierare domani si può capire chiaramente che intendono giocare un rugby fisico, muovendo molto la palla. Hanno inoltre un pack di altissimo livello e per questo sarà fondamentale farsi trovare pronti li davanti». A questo XV sulla carta micidiale, il ct azzurro ‘ad interim’ (deve guadagnarsi la conferma sul campo), Franco Smith azzarda una formazione innovativa, con la trovata del ‘doppio egistà con Cannad ed Allan che si ispireranno a quanto fanno Farrell e Ford nell’Inghilterra: può funzionare la mossa? «Questo grande cambiamento con la scelta del doppio playmaker ci consentirà più chance di esprimere gioco di movimento al largo - risponde il capitano azzurro -. Avere due numeri dieci in campo regala all’attacco maggiori opzioni, ma sta poi all’indole del singolo giocatore la capacità di trasformare le opzioni in occasioni concrete di avanzamento. Alla fine il rugby è uno sport fondamentalmente semplice da interpretare, quindi, a parte questa scelta importante nell’approccio strategico della partita, strutture e dinamiche non cambieranno molto rispetto al passato». Come dire che, alla fine, la storia non cambierà: dal 1994 a oggi Italia e Galles si sono affrontati 27 volte in test match ufficiali, in cui gli azzurri hanno ottenuto 2 vittorie un pari (a Cardiff), per il resto la vittoria è sempre stata dei Dragoni.

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