Nel diluvio di San Marino la crono va a Roglic ma Vincenzo Nibali c'é

A San Marino Primoz Roglic si conferma imbattibile contro il tempo e mette le mani anche sulla seconda cronometro che scandisce la marcia di avvicinamento alle grandi montagne, dove anche l’edizione numero 102 del Giro d’Italia si deciderà.

La buona notizia per l’Italia - nell’unica tappa che sconfina - arriva da Vincenzo Nibali, che fornisce una prestazione degna della sua fama di “Squalo dello Stretto” e firma un quarto posto formidabile. Valerio Conti salva la maglia rosa e il primato, difendendosi con il coltello fra i denti da ultimo partito dei 163 ancora in gara, mentre infuriava una tempesta di pioggia su San Marino: adesso il vantaggio del romano su Roglic, secondo nella generale, è di 1’50«.
Fra Riccione e San Marino, su un tracciato lungo 34,8 chilometri, doveva andare in scena la cronometro spartiacque della corsa rosa e comunque di acqua ce n’è stata tanta, a secchiate, sui corridori, fino al punto da condizionare le loro performance. A un certo punto, questa bizzarra primavera ha regalato pure qualche raggio di sole, che ha asciugato un pò l’asfalto e permesso a chi era in gara in quel momento di guadagnare secondi preziosi.

L’acqua, lui che viene dal mare, ha condizionato assai poco Nibalino, ancor meno Roglic e ha fatto naufragare Simon Yates, presuntuoso e sicuro di sè alla vigilia, in grave difficoltà oggi, su un percorso diviso in due: prima parte per specialisti veri, secondo tratto in salita, con pendenze considerevoli. Roba per uomini forti, insomma, e non a parole. Roglic è andato come un treno, mettendo perfino a repentaglio la maglia rosa di Conti, che è riuscito a tenersela con la forza della disperazione.
Lo sloveno è andato a tutta come una locomotiva, suggellando la propria prova con un 51’52” eccezionale e spodestando dal trono il recordman dell’ora Victor Campenaerts, che al primo intertempo era apparso imprendibile, con un favoloso 13’43”. Lo sloveno era in ritardo di 33” e Nibali addirittura a 59” (per un problema alla sella «che si è abbassata dopo avere preso una buca coperta dall’acqua», ha confessato). La pedalata pesante di Yates lo ha fermato al 15° posto provvisorio, a 49” da Campenaerts.

Nel secondo rilevamento cronometrico, dopo 22,2 km, la situazione è peggiorata per Roglic, a 51” dal 26’50” del cronoman belga, mentre Nibali non è andato oltre l’1’29” di ritardo, scavalcando però il sempre più imballato Yates a 1’39”.

La salita finale ha fatto la differenza, con il britannico che ha frenato vistosamente, annaspando sotto il diluvio: Yates alla fine è risultato 32°, mentre Nibali si è sistemato prima al terzo posto e, dopo l’arrivo di locomotiva-Roglic, è scalato al quarto. Ottima prestazione.

Conti alla mano, adesso il distacco di Nibali dallo sloveno - che è a 1’50” dalla maglia rosa - è salito 1’44”: non tantissimo, ma nemmeno poco, soprattutto se rapportato alla capacità dello sloveno di saper gestire ogni situazione su qualsiasi terreno. Lo Squalo attaccherà, com’è suo solito, in salita come in discesa, altri lo imiteranno. Lo stesso Yates, che accusa un ritardo di 3’26” da Roglic, ci proverà.

Domani i corridori rimarranno finalmente all’asciutto, godendosi il giorno di riposo, poi un altro paio di tappe alla camomilla, quindi si comincerà a fare sul serio: il primo appuntamento per la sfida all’ultima pedalata in quota è fissata per venerdì 24 maggio, da Pinerolo a Ceresole Reale, con pendenze che possono tagliare le gambe o esaltare chi ne ha. E Nibali ha dimostrato di esserci.

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