Brasile, la maglia numero 10 della nazionale verdeoro a Paquetà: «Sono orgoglioso»

La hanno indossata fuoriclasse come Pelè, Zico, Ronaldinho e ora, in assenza di Neymar, per le prossime due amichevoli la maglia numero 10 del Brasile tocca a Lucas Paquetà, pronto a «metterla in cornice, da mostrare alla famiglia e ammirare a casa». «Spero di essere all’altezza delle aspettative», dice dal ritiro della Selecao il ventunenne, che è stato acquistato dal Milan a gennaio e subito è diventato un titolare inamovibile.
«Sono felice del momento che sto vivendo, ma devo migliorare alcune cose. Gattuso è eccellente come professionista e persona, ti motiva costantemente e spinge a fare sempre più. Le soluzioni tattiche della Selecao e del Milan sono simili - ha osservato -.
Nel Milan gioco come esterno sinistro, posizione che mi piace. In nazionale ci sono grandi calciatori e Dite mi dà libertà di giocare, ma la mezzala sinistra è il ruolo che preferisco».

Lucas Paquetà avrà l’onore di indossare la mitica maglia numero 10 del Brasile nell’amichevole di domani (alle 18) nello stadio Do Dragao di Porto, contro Panama. È un momento d’oro per il fantasista del Milan che, dopo il buon impatto con la Serie A, vuole ritagliarsi un posto fisso anche nella Selecao.
«Neymar, Ronaldinho, Pelè, Zico: sono solo alcuni grandi che hanno indossato questa maglia, adesso questa grande opportunità tocca a me. Spero di essere all’altezza del peso della maglia che indosserò - ha detto Paquetà, in conferenza stampa -. Il numero di maglia è sempre relativo, è un privilegio giocare con qualsiasi numero, a me preme dare il massimo e far bene sempre».
Parlando della propria esperienza nel Milan, Paquetà elogia il club, ma non solo. «Devo ringraziare il club, perchè mi ha permesso di prepararmi al meglio: sono contento di come lavoro.

In Italia il ritmo è assai diverso da quello brasiliano e c’è più tatticismo». Elogi anche a Gattuso, che Paquetà definisce «un grande professionista e un’eccellente persona», un allenatore che «ti spinge sempre a dare il massimo».

«Nel Milan - conclude - gioco in mezzo al campo, mentre nel Brasile il ct Tite mi dà la possibilità di essere più vicino all’area avversaria, in modo da potermi muovere più liberamente».

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