Us Open, Sharapova fuori agli ottavi

Finisce negli ottavi di finale la corsa di Maria Sharapova agli Us Open, quarto Slam stagionale in corso sul cemento di Flushing Meadows. La tennista russa, tornata a giocare un Major dopo la squalifica di un anno e mezzo fa, è stata battuta in rimonta dalla lettone Anastasija Sevastova, che ha così bissato i quarti del 2016. Dove non approda Paolo Lorenzi, fermato sul più bello dallo spilungone (203 cm) sudafricano Kevin Anderson a cui ha comunque messo un pò di paura: 6-4 6-3 6-7 6-4, in poco meno di tre ore.

«Era il mio primo Slam dopo tanto tempo, mi dispiace essere uscita - ha detto Masha a fine match - ma sono comunque contenta di aver potuto comunque vivere questa competizione». Poche recriminazioni sul match: «Avrei dovuto essere più aggressiva, ho commesso l’errore di aver fatto sviluppare il match sul piano fisico e lei ha preso coraggio. Ha iniziato ad attaccare e ha iniziato a rispondere molto bene, ha una grande varietà di colpi. Io ho fatto un paio di passi indietro e le ho dato il tempo per dettare il gioco». Lascia Flushing Meadows ma senza lacrime questa volta: «È stata proprio una bella corsa - le sue parole a fine match - anche se dopo una sconfitta è difficile parlare delle cose positive accadute nell’ultima settimana. Comunque sono contenta di aver partecipato a questo Major, ho dato il massimo e posso essere orgogliosa».

Chiude con una ventata di ottimismo, la 30enne russa quando le chiedono cosa le riserva il futuro: «Ho iniziato ad apprezzare molto di più le capacità di un corpo a 30 anni - dice - E poi ci sono un sacco di esempi di grandi campioni che sono ancora competitivi e fanno cose incredibili. E anche io non pensavo che sarei stata capace di farlo e questo mi da molta fiducia». Cosa capitata anche alla 37enne Venus Williams, oggi n.9 Wta, che ha sconfitto per 6-3 3-6 6-1 la spagnola Carla Suarez Navarro, qualificandosi per l’11esima volta per i quarti di finale nello Slam di casa.

Saluta New York invece Paolo Lorenzi, sorpresa in positivo del tennis azzurro agli Us Open, schiacciato dagli ace letali (ne ha messi segno 18) del gigante sudafricano, Kevin Anderson.

Il computo dei punti nei primi 12 game al servizio di Anderson suonano come una sentenza inappellabile: 52-6. È andata meglio nel terzo e quarto, quando il perticone di Johannesburg è un pò calato nelle percentuali di prime palle (alla fine il 65% con l’84% dei punti conquistati). «Ho cominciato a leggere meglio il suo servizio - spiega l’azzurro - e ho iniziato a rispondere, cosa che non mi era riuscita nei primi due set e a farlo scambiare di più da fondo campo. Così mi sono creato qualche chance. Non penso di aver sbagliato, è stato lui a trovare la soluzione giusta. Io mi sentivo bene fisicamente, se qualcosa posso rimproverami è di non aver servito bene negli ultimi due game. Avrei dovuto cercare qualche punto facile in più con la battuta. Però ci ho provato fino all’ultima palla, anche quando ero sotto nel punteggio». È finita dopo quattro set: 6-4 6-3 6-7(4) 6-4 in due ore e 57 minuti.

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