De Biasi lascia l'Albania Pronto Tramezzani

Il divorzio era annunciato, ma solo per ottobre. Invece, a sorpresa, si chiude oggi con una rottura definitiva la bella favola di Gianni De Biasi e dell’Albania.

Il tecnico che ha riscritto la storia della nazionale delle Aquile, portandola per la prima volta all’Europeo, getta la spugna con quattro gare da giocare nelle qualificazioni al Mondiale, un traguardo ancora matematicamente possibile, anche se molto più che improbabile. Ieri l’allenatore veneto aveva fatto sapere le sue intenzioni («lascio a fine qualificazione») ma in meno di 24 ore è tutto cambiato e in una conferenza stampa a Tirana ha ufficializzato le dimissioni immediate: «Il mio compito è finito. Mi fermo qui perchè voglio pensare al bene e alla crescita della squadra», ha detto non senza commozione.

«La decisione di interrompere immediatamente mi ha sorpreso, non è stata concordata, anzi, volevamo che continuasse. De Biasi è il miglior allenatore di sempre che l’Albania ha avuto», ha detto il n.1 della Federcalcio, Armando Duka, seduto al suo fianco. In realtà, tra i due ci sarebbe stata una cena chiarificatrice ieri sera - tra i temi le eventuali penalità per un divorzio anticipato - che ha indotto, o permesso, al tecnico di accelerare nel suo proposito. Oggi nuova conferenza stampa e cambio di programma, mentre all’orizzonte si profila Paolo Tramezzani, ex assistente di De Biasi e ex allenatore a Lugano.

Come che sia, finisce un’epoca, per l’Albania e per De Biasi, ora un ‘mitò nel Paese delle Aquile ma anche un nome ben spendibile sul mercato delle panchine. Dopo l’entusiasmante esperienza all’Europeo, pur senza acuti, ultimamente non gli erano state risparmiate critiche per le sconfitte, con la Spagna ed Israele in casa e con l’Italia in trasferta, segnata anche dal comportamento poco ortodosso dei tifosi albanesi a Palermo - lanci di petardi e partita sospesa per 8’- che lo aveva molto amareggiato. Gli elogi erano tornati dopo la vittoria con tre reti contro Israele nella trasferta di domenica scorsa, ma ormai qualcosa si era spezzato. «È una scelta molto combattuta, difficile. Abbiamo vissuto anni di emozioni e soddisfazioni e abbiamo raggiunto risultati che molti ritenevano impossibili. Voglio sottolineare che lascio la Nazionale senza avere una squadra nella quale lavorare».

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