L'Aquila vuole volare in finale Stasera il match a Milano

di Marcello Oberosler

Capolavoro della Dolomiti Energia che annichilisce l'Armani Milano e con un trionfale 102-82 conquista una storica finale chiudendo la serie 4-1.

Gara 5 (statistiche nel sito della Lega basket) vede l'Aquila sempre avanti, grande controllo in difesa e rapidità in attacco, mentre Milano è spesso confusa e inconcludente sotto la pressione trentina.

Il Forum di Assago è quasi ammutolito negli ultimi minuti, con i padroni di casa che salutano il campionato con una prestazione ingloriosa di fronte a una squadra come Trento che gioca un'altra partita perfetta e si candida allo scudetto.

«Andare in finale è davvero incredibile, abbiamo giocato una serie incredibile, con tanta voglia, sapendo che non potevamo concedere niente», il primo commento in tv di Toto Forray.

Dolomiti Energia avanti nel primo quarto (24-20) nel big match contro l'Armani Milano, al Forum di Assago-
L'Aquila, avanti 3-1 nella serie, comincia gara 5 con grande determinazione, ottima in difesa e in attacco, molto lucido Craft.

Maggiore equilibrio nel secondo parziale, con l'ingresso di Cerella che dà la scossa a Milano, mentre Trento è meno quadrata e fa segnare un aumento delle palle perse in attacco e un calo dell'incisività difensiva. Si va alla pausa sul 46-43 per l'Aquila.

Nel terzo quarto grande accelerazione trentina negli ultimi minuti, con Milano a tratti in confusione. Arriva il massimo vantaggio di più 21. L'Armani sempre più imprecisa in attacco, l'Aquila che colpisce ripetutamente in contropiede. Si ha la sensazione che la partita sia ormai decisa, con la Dolomiti Energia che dilaga sull'onda dell'entusiasmo e Milano arrendevole. Negli ultimi secondi del parziali arrivano anche i primi fischi dal pubblico milanese rivolti a una squadra deludente. Si festeggia, invece, nella spedizione di sostenitori arrivati da Trento, che applaudono la squadra sul 79-58 alla fine del penultimo parziale.

L'ultimo quarto, come detto, è una marcia trionfalòe trentina. E ora si attende la vincente tra Venezia e Avellino.

 LA DIRETTA


 

ANATOMIA DI UN MATCH DA VINCERE

Ora l’unico rischio è avere le vertigini. L’Aquila Basket sta volando ad altezze siderali, a quote ancora inesplorate, e con il 3-1 nella serie contro Milano è potenzialmente a 40’ dalla sua prima volta in finale scudetto.

Impossibile tirare conclusioni nel mezzo di queste vorticose semifinali, che ogni 48 ore rimettono tutto in discussione: quel che è certo è che la Dolomiti Energia, grazie alle superba vittoria in gara-4, ora ha in mano un’occasione unica per riscrivere la storia non solo della pallacanestro trentina, ma anche di quella nazionale.

La retorica trita e ritrita di «Davide contro Golia» in campo non è mai valsa, forse nemmeno nella gara-3 dominata dalle scarpette rosse al PalaTrento: le differenze di esperienza, palmarès, budget e storia fra la nobile Olimpia di Armani e la piccola Trento sul parquet sono state letteralmente azzerate dalla selvaggia intensità di Forray e compagni.

Se non fossero bastate le prime due vittorie ad Assago, la Dolomiti Energia ha rafforzato il concetto ribaltando il terrificante -21 di gara-3 in una delle migliori partite dell’anno, schiantando Milano e costringendola ad una figuraccia da -24 a tabellone.

Una lezione di carattere, mentalità e gioco: quella che Buscaglia ha impartito ad un confuso Repesa, per esempio. Gestendo una rotazione ridotta ai minimi termini con la giusta dose di coraggio e saggezza, mettendo in crisi i piani d’attacco di Milano con una difesa iper-aggressiva sul perimetro, tenendo costantemente sotto una pressione positiva i propri giocatori.

Così succede che anche quando l’EA7 sembra aver già fatto canestro, Gomes trovi la forza di volare ad inchiodare due tra le più belle stoppate della serie A 2016/17. Così succede che a partita già di fatto chiusa, i bianconeri siano ancora a tuffarsi su tutti i palloni senza dare tregua agli avversari.

Se la lista dei meriti di Trento è lunga e completa, vale la pena anche di sottolineare come le mancanze di capitan Cinciarini e compagni in questa serie stiano giocando un ruolo chiave: mentre l’Aquila ha sempre o quasi messo in campo il massimo del proprio potenziale fisico e tecnico, Milano è riuscita nell’impresa di fare tutto il contrario.

Difficile trovare un precedente di questo tipo, una squadra che sembra non avere voglia e stimoli in una semifinale scudetto. I presunti campioni dell’Olimpia sono spariti, sempre che siano mai apparsi. Sanders è il fantasma di quello che ha portato a casa il trofeo di mvp delle ultime due finali scudetto, Hickman si limita al compitino tirando da fuori.

Quelli di Radulijca, Dragic e Simon sono tre infortuni pesanti, ma tirarli in ballo considerando i problemi di organico dell’Aquila sarebbe grottesco. E nelle serate in cui Pascolo, Abass e Cinciarini non riescono a dare una scintilla di energia, per l’Olimpia è notte fonda. Sia ben chiaro, questa è una squadra che sulla carta ha ancora tutto per vincere le prossime tre partite consecutive e volare in finale, ma è venuto il momento che lo dimostri. Il Forum paradossalmente potrebbe togliere ulteriore fiducia alle scarpette rosse: le stoccate di Repesa sul pubblico meneghino non sono piaciute ai supporters biancorossi, che già in gara-2 avevano riempito di fischi il coach croato.

Ora è vietato scherzare col fuoco: Trento per diventare grande, grandissima, deve dare l’ultimo colpo di ali per superare la montagna. Evitando vertigini e «paura di vincere». Provando a fare quello che nessuno l’avrebbe mai creduta capace di fare.

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