Un trentino tra i big del calcio americano

di Laura Galassi

In mezzo ai «giganti» americani del soccer, Daniele Proch si comporta un po’ come Andrea Pirlo: detta i ritmi a centrocampo e illumina il gioco con intuizioni brillanti. Seguendo la parabola del suo idolo, ora in forza ai New York City, l’anno scorso il ventenne di Arco è volato negli Stati Uniti per diventare un calciatore professionista.

Dopo un anno nella Divisione 2, il sogno ora è a portata di mano: il giovane trentino infatti è stato accettato in una delle 10 più prestigiose università americane, la Duke, che guarda caso ha anche una squadra di calcio nella serie di punta, quella dalla quale vengono selezionati i nuovi talenti per la Major League, la serie A a stelle e strisce.
Daniele Proch ha iniziato a giocare a calcio nella Baone - dove è rimasto fino a 15 anni - poco dopo aver imparato a camminare, seguendo le orme del papà Gianni, portiere degli anni d’oro al «Mitico Fiavé» (50 partite senza perdere a cavallo delle stagioni 1989/90 e 1991/92), e del fratello Davide. Due stagioni al Südtirol tra gli Allievi nazionali e la Berretti e, alla soglia della maggiore età, Daniele è approdato in serie D al Dro.

«Dopo la maturità non sapevo cosa fare del mio futuro. Avrei voluto continuare a giocare ma anche frequentare l’università», spiega Daniele al telefono dalla sua cameretta in North Carolina. Ecco, su consiglio del cugino Andrea, l’idea di trasferirsi negli «States». Dopo un anno sabbatico trascorso a preparare scartoffie e a studiare da solo l’inglese, il ragazzo si è proposto per l’università di Catawba, nella città di Salisbury. «Se fai sport hai la possibilità di ottenere una borsa di studio, la scholarship. Ho inviato un paio di video dei miei gol all’allenatore e mi hanno accettato, ovviamente anche grazie ai miei buoni voti scolastici», continua Daniele.

«Il calcio americano è più fisico e meno tattico, i giocatori puntano ad aumentare la massa. Non nego che all’inizio questa cosa mi ha messo un po’ in difficoltà, ma poi la ho sfruttata a mio favore. Sono andato a fare il Pirlo della situazione», dice scherzando.

Di fatto, il suo atteggiamento serio, la sua motivazione e la buona abitudine di farsi sentire in campo, oltre alla tecnica guadagnata in Italia, lo hanno reso un valore aggiunto per la sua squadra: 8 gol, 7 assist, selezionato per la rappresentativa regionale, ma soprattutto vincitore del premio «Freshman of the year», matricola dell’anno. Con questi assi nella manica e con i genitori che tifavano a distanza guardando le partite in streaming - Daniele Proch ha deciso di puntare ancora più in alto e pochi mesi fa ha fatto domanda di ammissione alla Duke, sulla East Coast, una delle migliori università del Paese, con un tasso di accettazione bassissimo, attorno al 7%.

«Ho fatto un provino e mi hanno preso. Da agosto giocherò nella conference più competitiva e studierò in un luogo super prestigioso. Con quel diploma in tasca si aprono molte porte», sottolinea con orgoglio. Il vantaggio principale del trasferimento è però la possibilità di farsi notare dai talent scout che ogni anno pescano dai college per scegliere i 70 giovani da mettere sotto contratto nella lega professionistica, la MLS.

La vita del ventenne trentino in North Carolina non è fatta però solo di calcio, come si legge sul suo blog www.calcioalcollege.com. «La mattina vado a lezione e il pomeriggio mi alleno. L’atmosfera è quella che si vede nei film, tutti vogliono divertirsi. Però non ci sono le case gigantesche raccontate al cinema e le feste, se sono tropo rumorose, vengono stoppate dalla polizia». Ma a quelle Daniele non sembra pensare troppo, concentrato come è nel realizzare il suo sogno americano.

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