Scandalo doping nell'atletica Adidas si ritira come sponsor

La Adidas ha deciso di interrompere la sponsorizzazione della Iaaf, la Federazione internazionale di atletica Leggera, con quattro anni di anticipo.

Secondo quanto riporta il sito della Bbc, la decisione dell’azienda tedesca è una diretta conseguenza dello scandalo doping che ha investito il mondo dell’atletica nelle ultime settimane.

Ora si teme che altri grandi sponsor si ritirino.

Frattanto i vertici dell'atletica mondiale si interrogano su come procedere. Per voltare pagina la strada è lunga e il primo passo da fare è rompere il muro dell’omertà.

Ecco perché Lord Sebastian Coe, presidente della Iaaf, ai microfoni della Bbc Sport fa un vero e proprio appello: «Se ci sono atleti là fuori che pensano di essere stati vittime di estorsione, venite a parlare con me. Abbiamo bisogno di capire fino a dove arriva questa cosa. Se questa è la cima dell’iceberg, allora che escano fuori e parlino».

Coe tira in ballo la seconda parte del rapporto della commissione Wada in cui viene denunciata la corruzione dilagante in seno alla Iaaf nell’era Diack, con atleti russi e turchi costretti a pagare delle tangenti perché le loro positività ai test antidoping venissero insabbiate.

«Non avevo assolutamente alcun sospetto nei confronti di Diack, per 10-11 anni sono stato estremamente impegnato coi Giochi di Londra», si difende Coe, che sul futuro dell’atletica russa e della sua riammissione in tempo per i Giochi aggiunge: «succederà quando penseremo che sono in una posizione tale da garantire un sistema sicuro per i loro atleti. Quello che abbiamo detto loro è: i vostri atleti puliti si rivedranno nelle competizioni internazionali quando saremo completamente soddisfatti, quando avrete fatto quello che vi abbiamo chiesto di fare. E anche la Wada dovrà assicurarsi che l’antidoping della Russia sia conforme alle norme».

La priorità di Coe, però, è riconquistare la fiducia dei tifosi nell’atletica ma «potrebbe non succedere entro la fine del mio mandato».

«Sono scioccato e deluso»: così Usain Bolt confessa a «L’Equipe» tutta la sua amarezza per la seconda parte del rapporto Wada che denuncia la corruzione all’interno della Federazione internazionale.

«Pensavo che la Iaaf avesse fatto un buon lavoro per ripulire il nostro sport - le parole dello sprinter giamaicano - Come atleta uno vuole dare una mano a rendere lo sport pulito ma poi arriva questa botta. Ma quello che è fatto è fatto, ora dobbiamo andare avanti, pensare ai prossimi Giochi Olimpici di Rio e ai Mondiali (2017, ndr). Non dobbiamo più preoccuparci del passato ma costruire il futuro».

Lo scandalo corruttivo che investe il mondo dell’atletica è peggiore della crisi che ha colpito la Fifa perché coinvolge atleti nei cui confronti non sono emerse irregolarità, secondo Michael Johnson, vincitore di quattro ori olimpici, in un’intervista alla Bbc. Tre alti funzionari della Iaaf sono stati squalificati a vita per presunte violazioni dei controlli antidoping, mentre la Russia è al momento bandita da tutte le competizioni di atletica.

Secondo Johnson le vittime dello scandalo sono quegli atleti puliti privati delle medaglie da dopati e per questo «non hanno mai avuto l’opportunità di salire sul podio. E dovrebbero averla». Lo statunitense, che detiene ancora il record olimpico e mondiale dei 400 metri, si dice poi in disaccordo con «l’esclusione dai Giochi di Rio di un intero Paese, che potrebbe includere atleti puliti».

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