Trucidato il cane del professor Castellacci medico azzurro Un Amstaff di 4 anni infilzato con un oggetto acuminato

Lo hanno immobilizzato alla rete di recinzione che circonda la splendida villa del medico della nazionale di calcio, il professor Enrico Castellacci, per poi infilzarlo con un oggetto acuminato che lo ha trapassato trasversalmente procurando danni irreversibili agli organi interni. Una barbarie e una crudeltà indicibile, una ferocia spietata e inaudita messa in atto nei confronti di un esemplare maschio di quattro anni di American Staffordshire Terrier noto anche come Amstaff, un cane da compagnia con una struttura massiccia e muscolosa, ma al tempo stesso agile ed elegante. Inutili le cure prestate alla clinica di San Michele in Escheto con i veterinari che inizialmente hanno sperato di poterlo salvare. Il molosso invece è morto lunedì mattina al termine di una lunga e sofferta agonia.

Un episodio inquietante verificatosi nel tardo pomeriggio di domenica in via Piana a S. Alessio nella dimora della famiglia Castellacci approfittando dell’assenza dell’ortopedico più famoso d’Italia (campione del Mondo a Berlino 2006) che si trovava in ritiro con gli azzurri impegnati martedì sera in amichevole con il Portogallo. A dare l’allarme infatti è stato dato da personale di servizio che controlla la villa quando i proprietari sono assenti. Adesso i carabinieri stanno cercando di fare piena luce sul grave episodio con l’autore che rischia l’arresto con l’accusa di uccisione di animali che prevede una condanna che va dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione.

L’inchiesta. Chi ha ucciso il cane lo ha fatto sotto la spinta di un motivo abbietto o futile. Usando una violenza spaventosa nel riuscire prima ad agganciarlo a una rete di recinzione affinchè non si muovesse e poi, con una lama affilatissima, a infilzarlo come si fa con un pollo allo spiedo. Chi e perché ha ammazzato in quel modo il cane del medico della Nazionale? L’ipotesi iniziale - quella di un tentativo di furto o di rapina - non regge. Nell’agosto 2006 la villa del traumatologo di fama mondiale venne visitata dai ladri quando lui e i suoi cari erano in vacanza. I malviventi rubarono una collezione di orologi di non particolare pregio, suppellettili e regali fatti da amici per un valore di circa 20mila euro. Il cane da guardia, all’epoca un esemplare di pastore corso, non era presente. Ma stavolta nessuno è entrato o ha cercato di entrare nella casa. Segno evidente che l’assassino del molosso è arrivato sin lì con l’unico scopo di eliminare nel modo più bieco e malvagio l’Amstaff.

La telecamera. I militari hanno acquisito i filmati delle telecamere a guardia della dimora immerse nelle colline di S. Alessio. Ma le immagini non sono chiare e probabilmente l’azione criminale è stata compiuta all’imbrunire. Tuttavia gli inquirenti non demordono convinti che l’autore (o gli autori) possano aver lasciato una traccia che può rivelarsi decisiva.

Il movente. Fondamentale sarà chiarire il movente: una ritorsione nei confronti del medico, una persona stimata a livello professionale e umano, oppure un particolare livore nei confronti dell’animale per banali questioni pregresse e razionalmente poco comprensibili.

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