Tour per scalatori, ancora col pavé

Il Tour de France 2015 strizza l'occhio agli scalatori, con pochissimi chilometri a cronometro e, per la prima volta nella storia della corsa, la mitica salita dell'Alpe d'Huez a 24 ore della passerella parigina sugli Champs-Elysèes. Sarà anche un Tour che nei primi dieci giorni propone forti richiami alle classiche del Nord, un po' come l'anno scorso e per questo piace anche ai corridori amanti dei muri, del vento e del pavé, come il nostro Matteo Trentin

Il Tour de France 2015 strizza l'occhio agli scalatori, con pochissimi chilometri a cronometro e, per la prima volta nella storia della corsa, la mitica salita dell'Alpe d'Huez a 24 ore della passerella parigina sugli Champs-Elysèes.
Sarà anche un Tour che nei primi dieci giorni propone forti richiami alle classiche del Nord, un po' come l'anno scorso e per questo piace anche ai corridori amanti dei muri, del vento e del pavé, come il nostro Matteo Trentin: «Essere al via del Tour è già un obiettivo - spiega il valsuganotto vincitore delle tappe di Lione nel 2013 di Nancy quest'anno -. Dopo la campagna di primavera pianificherò la preparazione per meritare un posto nella squadra che parteciperà alla Grand Boucle. Mi piacerebbe esserci e confermare quanto di buono fatto nelle ultime due partecipazioni. Se poi si avverasse il detto: «non c'è due senza tre...» sarebbe il massimo. Di certo, se sarò della partita, farò di tutto per centrare questo ulteriore obiettivo».
«Saranno i 40 anni della maglia a pois e quindi la montagna sarà molto presente», ha spiegato il direttore del Tour, Christian Prudhomme, svelando a Parigi il percorso dell'edizione del prossimo anno.
Il Tour numero 102 partirà il 4 luglio dalla città olandese di Utrecht: 3.344 km in 21 tappe, con 10 giorni di pianura (puntellati di difficoltà, come i pavè di Cambrai) e 10 di montagna. Ci sono poi una mini-cronometro in apertura, di soli 14 km (un record dal 1936), e una cronosquadre di 28 km a metà percorso, nella 9/a tappa, tra Vannes e Plumelec. Cinque gli arrivi in salita. Prima si scalano i Pirenei, con i tapponi di Cauterets, passando per il Tourmalet, e di Plateau de Beille, con l'omaggio a Fabio Casartelli sul Col du Portet d'Aspet.
Quindi sarà la volta delle Alpi, con le scalate di Pra-Loup (dove 40 anni fa Bernard Thevenet mise ko il ‘cannibale' Eddy Merckx) e della Toussuire. Scenografiche le tappe con le scogliere di Etretat, sulla via di Le Havre, e le gole del Tarn, verso Mende, sullo sfondo. Arrivo all'ombra delle Tour Eiffel il 26 luglio.
È un «percorso atipico - ha osservato Prudhomme -. È la prima volta da 10 anni che si torna a così tanta pianura, ma diversa dal solito. Abbiamo cercato diverse asperità - ha spiegato - il Mur de Huy, il Mur-de-Bretagne, il pavè. Tappe in cui il vento sarà determinante, e la montagna, naturalmente. Ci saranno gli ingredienti per un Tour emozionante e, spero, pieno di sorprese».
Il percorso dell'edizione 2015 piace a Vincenzo Nibali. «È una bella corsa. Mi fa piacere ritrovare il pavè. La prima settimana sarà nervosa per via del vento, poi saranno le montagne a decidere», ha commentato il corridore siciliano, arrivato primo sul podio parigino nello scorso luglio. La questione se accoppiare Tour e Giro nel 2015 non sembra essere tabù. «Si sa quanto sia faticoso lottare per vincere una grande corsa a tappe - ha detto -. Ma l'eventualità esiste».
Una doppietta che ha già messo in programma Alberto Contador. «Questo Tour mi piace, è più difficile degli ultimi anni. Bisognerà conservare una certa freschezza, per affrontare la fine e anche arrivarci in forma, perchè è molto esigente fin dall'inizio. Significa che dovrò fare in modo di recuperare bene dopo il Giro», ha scritto in un comunicato lo spagnolo, che era stato costretto ad abbandonare il Tour 2014, dopo una brutta caduta nel corso della 10/a tappa.
Il percorso, pensato per gli scalatori e con poche crono, lascia invece perplesso Chris Froome. Il britannico di origine keniana, vincitore del'edizione 2013 (che non era a Parigi), si lascia tentare dal Giro: «Insieme alla squadra dovrò riflettere a quali corse partecipare il prossimo anno. Con una lunga cronometro di 60 km e alcuni arrivi duri in salita - ha detto il corridore 29enne - il Giro mi sembra più equilibrato e adatto a me. Se corro a maggio posso sperare di essere in forma per la Vuelta e avere qualche opportunità di vincerla».

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