Indagine

Il Trentino brilla per qualità di vita e salute dei cittadini, ma anche in performance sanitarie

Diffuso oggi il 13° rapporto nazionale Crea dell'Università di Tor Vergata, indicatori da primato in varie categorie anche per l'Alto Adige e il Veneto. Esaminati aspetti quali la capacità di muoversi autonomamente, ansia e depressione, percezione del dolore. Sul fronte del sistema, misurati mobilità sanitaria, tasso di ricoveri, accessi al pronto soccorso, assistenza fuori dall'ospedale, vaccini e screening per tumori

CAROVITA Città più care: Bolzano prima, Trento settima
STUDIO Redditi, il Trentino è solo al nono posto in Italia

di Livia Parisi

TRENTO - Capacità di muoversi autonomamente, soffrire di ansia e depressione, percezione del dolore: se la qualità della vita collegata alla salute si misura così, a esser più fortunati sono i cittadini che vivono in Trentino Alto Adige, mentre la situazione peggiore è in Umbria.

E sul fronte della performance sanitaria, la Provincia autonoma di Trento svetta in diverse categorie di asnalisi, alternandosi in qualcuna con il Veneto e con Bolzano.

Per quanto riguarda la qualità della vita, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non dipende solo dai servizi sanitari che le regioni riescono a garantire: Sicilia e Calabria, infatti, hanno una qualità di vita legata alla salute migliore di regioni come il Veneto, dove invece le strutture offrono livelli di tutela della salute più alti.

A scattare la fotografia è il 13° rapporto Crea dell'Università di Roma Tor Vergata (qui il pdf del documento integrale), e da cui emerge un miglioramento dei servizi sanitari nel Mezzogiorno e una riduzione del gap tra Nord e Sud. Ma nella 'fascia critica' della classifica dei risultati dell'offerta di servizi della sanità pubblica restano cinque regioni e tutte del sud: Puglia, Campania, Basilicata, Sicilia e Calabria.

Lo studio del Centro per la ricerca economica applicata in sanità, è stato condotto con il contributo di un panel di 107 esperti del Servizio sanitario nazionale, tra cui medici, infermieri, pazienti, produttori e istituzioni.

Il rapporto ha misurato la qualità della vita legata alla salute attraverso cinque dimensioni: capacità del cittadino di svolgere da solo attività quotidiane, di prendersi cura di se stesso, di soffrire di ansia o depressione, provare dolore fisico, capacità di muoversi in maniera autonoma.

In questa classifica, dopo Trentino Alto Adige c'è l'Abruzzo/Molise, al terzo posto il Friuli Venezia Giulia, quindi Toscana, Liguria, Sardegna e Lombardia. Poi il Lazio, a pari merito con Piemonte/Valle d'Aosta e Calabria. Prima dell'Umbria troviamo la Campania e la Puglia/Basilicata.

"La qualità di vita legata alla salute - spiega Daniela d'Angela, coordinatrice scientifica dello studio e presidente del Crea Sanità - è attribuibile a stili di vita, fattori culturali, educativi e ambientali. Non è però strettamente legato alle performance sanitarie".

Il rapporto, infatti, per valutare l'universalità e l'equità dei servizi offerti ai cittadini ha misurato anche queste, in base a parametri come mobilità sanitaria, tasso di ricoveri, accessi al pronto soccorso, assistenza fuori dall'ospedale, vaccini e screening per tumori".

Dal punto di vista delle performance sanitarie, dopo il Veneto, che ha un punteggio del 55%, ci sono 6 regioni: Bolzano con il 50%, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Piemonte e Lombardia.

Nella fascia "intermedia" (33%-41%) ci sono 8 regioni: Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Valle d'Aosta, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche. In zona definita "critica" (sotto il 33%) sono 5: Puglia, Campania, Basilicata, Sicilia e, ultima in classifica con il 23%, la Calabria. L'indice medio è passato dal 35% nel 2019 al 38% nel 2024, dato che indica un miglioramento generale, ma il Mezzogiorno ha registrato quello più significativo (+0,38%), seguito da Centro +0,09%, Nord-Ovest +0,08% e Nord-Est+0,01%.

Si conferma, al netto delle differenze fra Regioni, la distanza delle Performance da quelle potenzialmente ottimali, fenomeno già emerso nelle precedenti edizioni dello studio; quest’anno la distanza è ancora aumentata per effetto del fatto che sembrano cresciute le aspettative dei componenti del Panel; infatti, è ancora diminuito il contributo massimo alla Performance che il Panel attribuisce in corrispondenza delle determinazioni migliori degli indicatori.

In generale, questo si ferma all’80% del valore massimo: per confronto, se alle determinazioni migliori degli indicatori fosse stata assegnata piena soddisfazione (valore 1) la Performance del Veneto salirebbe ad un livello pari al 69% di quella massima teoricamente raggiungibile. In termini relativi, il divario nella valutazione attribuita alle Regioni che si posizionano agli estremi del range, rimane decisamente rilevante, con un terzo delle Regioni che non supera un livello pari al 40% del massimo ottenibile.

Trentino al top per qualita' vita-salute, Veneto per sanita'

La "fotografia" del 13esimo rapporto "Crea" dell'Universita' di Roma Tor Vergata

Qualitativamente, nel ranking si identificano quattro gruppi di Regioni: due (Veneto e Provincia autonoma di Trento) raggiungono livelli complessivi di tutela significativamente migliori dalle altre, con un indice di Performance che supera il 50% di quella massima (rispettivamente 55% e 50%).

Nel secondo gruppo, troviamo sei Regioni con livelli dell’indice di Performance abbastanza omogenei compresi tra il 48% ed il 42%: P.A. di Bolzano, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Piemonte e Lombardia. Nel terzo gruppo si attestano Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Valle d’Aosta, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche, con livelli di Performance compresi nel range 33-41%. Infine, cinque Regioni, Puglia, Campania, Basilicata, Sicilia e Calabria, si attestano su livelli di Performance inferiori al 28% del massimo raggiungibile.

Per la categoria utenti Trento, con il 54%, risulta in prima posizione, ottenendo una posizione in più rispetto a quella registrata nel ranking “generale”. Seguono Bolzano e il Veneto, che perdono rispettivamente una e due posizioni rispetto al ranking generale, con un indice di performance pari al 46% e 45%; la Calabria e la Campania occupano l’ultima posizione con un indice di Performance pari al 13% di quella massima.

Un aspetto innovativo dello studio è l’introduzione di un’indagine sulla soddisfazione dei cittadini, che ha misurato l’esperienza degli utenti con i servizi sanitari regionali. ​ Il Trentino-Alto Adige si distingue per la maggiore soddisfazione, con un punteggio medio di 8,1 su una scala da 0 a 10, mentre le regioni del Mezzogiorno, come Puglia e Basilicata, registrano i livelli più bassi, pari a 6,5. ​ La correlazione tra l’indice di performance e la soddisfazione dei cittadini dimostra che una migliore performance genera maggiore soddisfazione. ​

"I livelli restano lontani dai valori ottimali. ;Il divario tra Nord e Sud persiste, ma il Sud guadagna terreno", commenta Federico Spandonaro, presidente del comitato scientifico di Crea. Lo studio ha valutato anche la resilienza dei servizi sanitari, cioè la capacità di rispondere a bisogni di salute nel medio lungo periodo: le regioni migliori sono Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria ed Emilia-Romagna.

"Questi dati - conclude Spandonaro - non sono una pagella ma mirano a migliorare la pianificazione dei servizi. Mostrano l'importanza di investire in politiche sanitarie mirate per migliorare efficienza e equità".

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