Avis del Trentino, sempre più donatori di sangue e di plasma
È un bilancio positivo quello presentato dall'Avis del Trentino, in occasione dell'assemblea elettiva per il rinnovo delle cariche di consiglieri. In totale, nel 2024, si parla di 23.874 associati, di cui due terzi degli iscritti hanno meno di 45 anni
TRENTO. Oltre 26mila donazioni nel 2024, 525 in più rispetto al 2023. In netta crescita quelle del plasma, 3.351 lo scorso anno a fronte delle 2.382 registrate nel 2023. È un bilancio positivo quello presentato dall'Avis del Trentino, in occasione dell'assemblea elettiva per il rinnovo delle cariche di consiglieri. In totale, nel 2024, si parla di 23.874 associati, di cui due terzi degli iscritti hanno meno di 45 anni. Ben 1.838 i nuovi soci che si sono aggiunti alla grande famiglia di Avis.
A presentare i dati, la presidente uscente, Elisa Viliotti. «Nel nostro agire, in questi anni, ci siamo spesso ispirati alla Carta Costituzionale, consapevoli di essere espressione di quel principio di sussidiarietà orizzontale su cui fonda il Terzo Settore, in base al quale lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni, devono favorire l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale. E non mi sento di eccedere nel dire che la nascita stessa del diritto alla salute non ha coinciso con la promulgazione della nostra Carta Costituzionale nel 1948, ma con la nascita della prima associazione di donatori di sangue - l'AVIS - nel 1927, che ha permesso la disponibilità gratuita del sangue per tutti i cittadini, a prescindere dalle loro disponibilità economiche, affrancando il diritto alla salute dall'appartenenza sociale, e consacrando, nella sostanza, il diritto di accesso equo all'assistenza e qualità nelle cure».
Oltre alla «non autosufficienza trentina di plasma», tra i temi sollevati anche la richiesta di spostamento della Banca del sangue con la raccolta firme che ha visto «la sottoscrizione di più di 3.500 donatori in poche ore». «Il congestionamento degli spazi interni ed esterni rappresenta tuttora un problema irrisolto», aggiunge Viliotti.
Avis del Trentino, insieme alle altre associazioni del dono del sangue, è divenuta partner istituzionale di Azienda Sanitaria, fornendo non solo la chiamata alla donazione ma co-gestendo le Unità di raccolta (la raccolta partecipata è passata dal 4,5% del sangue raccolto nel 2018 al 64,2% del 2024).Ma le sfide sembrano essere anche molte altre.
«I dati Istat dicono che i volontari attivi dal 2015 al 2021 sono passati da 5,52 a 4,66 milioni: quasi 1 milione in meno con una perdita del 15,7%. La spinta propulsiva sembra essersi inaridita, riflesso anche dell'inverno demografico, del fatto che la spina dorsale delle associazioni era, ed è ancora, costituita da lavoratori andati in pensione in giovane età».
Dunque, «cresce il volontariato liquido tra i giovani, quello individuale, persone che si dedicano a qualche buona causa ma vogliono sentirsi svincolate dalle reti organizzative e preferiscono impegni temporanei e discontinui».
Il disimpegno va però a passo a passo con le «crescenti disuguaglianze sociali»: «Per mancanza di tempo, per l'insicurezza economica - conclude la presidente - per questioni culturali. Serve che ci sia reciprocità di riconoscimento di valore».