Salute / Dati

Sanità trentina: meno morti per tumore, ma mancano medici specialisti

L'emigrazione ospedaliera in un’altra regione, che considera le dimissioni ospedaliere da strutture pubbliche e private accreditate dal Sistema sanitario nazionale, in provincia di Trento tocca il 13,8% a fronte del 6,3% del Nord-est e dell'8,3% dell'Italia

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di Marica Viganò

TRENTO. Per un dato molto positivo, ossia la diminuzione in Trentino delle morti per tumore, un altro negativo, sempre nell'ambito della sanità: nella nostra provincia mancano medici specialisti. Negli ospedali trentini c'è una discreta disponibilità di posti letto (39,1 per 10 mila abitanti, meglio anche di Bolzano che si ferma a 34,2, mentre la media, in Italia 32,7), ma si tende ad andare in altre regioni per curarsi.

L'analisi è contenuta nel Rapporto Bes di Istat che delinea i profili di benessere equo e sostenibile dei territori. Riguardo al macrotema della salute, il profilo del Trentino Alto Adige segnala livelli di benessere migliori o sostanzialmente in linea con la media italiana. Fa eccezione il tasso di mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso delle persone di 65 anni e più, l'unico indicatore che evidenzia un gap negativo per la provincia autonoma di Bolzano (37,8 per 10mila abitanti, contro 30,8 di Trento e 33,3 della media nazionale).

Diminuisce invece il tasso di mortalità per tumore, nella fascia da 20 a 64 anni, segnando un calo ancor maggiore delle medie di riferimento (-1 punto). Il miglioramento è stato riscontrato soprattutto nella nostra provincia: il tasso riferito all'anno 2021 è 5,9 per 10mila residenti, mentre in Alto Adige è 6,3, nel Nord-est 7 e in Italia 7,8.

La speranza di vita alla nascita ha recuperato la perdita degli anni di vita attesa dovuta alla pandemia: 84,6 in Trentino contro 83,1 della media italiana, 83,8 del Nord-est e meglio ancora dell'Alto Adige che segna 84,1. Un marcato peggioramento riguarda la mortalità evitabile, ossia i decessi che avrebbero potuto non verificarsi se oggetto di interventi di prevenzione primaria, diagnosi precoce e terapie mirate, adeguate condizioni igieniche e corretta assistenza sanitaria.

L'analisi riguarda i dati del 2021 comparati con i dati del 2019 nella fascia di età 0-74 anni: nella nostra regione siamo a 15,1 decessi per 10mila abitanti, tasso che è nettamente inferiore alla media italiana (19,2), ma che per il Trentino è cresciuto in soli di tre anni di 1,8 punti, ad una velocità tripla rispetto alla provincia di Bolzano.

Nel capitolo che riguarda la qualità di servizi, torna il tema della salute. Se in Trentino Alto Adige c'è una maggior disponibilità di posti letto negli ospedali rispetto ad altri territori (media di 36,6 per 10mila abitanti nel 2022, +3,9 in più del totale Italia e +1,8 in più del Nord-est), la tendenza è di curarsi fuori dal territorio.

L'emigrazione ospedaliera in altra regione, che considera le dimissioni ospedaliere da strutture pubbliche e private accreditate dal Sistema sanitario nazionale, in provincia di Trento tocca il 13,8% a fronte del 6,3% del Nord-est e dell'8,3% dell'Italia.

Cresce la dotazione di medici specialisti nella regione, ma non basta per ridurre lo svantaggio: per il 2023 l'indicatore regionale è pari a 27,6 per 10mila abitanti, e registra un gap di 5,2 specialisti in meno ogni 10 mila abitanti rispetto al Nord-est e di 6,5 in meno rispetto all'Italia. Trento è più penalizzata: 25,7 specialisti per 10mila abitanti, quasi 4 punti in meno di Bolzano.

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