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Allergie, con i cambiamenti climatici aumenta il rischio per chi vive in montagna

Fioriture anticipate e prolungate, migrazioni a quote più elevate di piante mediterranee e altri fattori indicano uno scenario in peggioramento. In Trentino un'applicazione mobile con allerte personalizzate e informazioni aggiornate, utili a migliorare la qualità di vita, evitando l'esposizione nei periodi critici

STUDIO Contro le allergie di stagione due litri d'acqua al giorno
L'ESPERTO A cosa sono allergico, alla betulla o alla mela?
FEM Pollini e allergie, app con notifiche tempestive e allerte personalizzate

TRENTO. Per chi soffre di allergie da polline è in arrivo un'applicazione mobile con allerte personalizzate e informazioni aggiornate, utili a migliorare la qualità di vita, evitando l'esposizione nei periodi critici.

Una buona notizia, specie a fronte dei nuovi rischi derivanti anche dall'inquinamento, dai cambiamenti climatici, dalla diminuzione delle piogge.

E anche l'ambiente di montagna è sempre più esposto.

L'applicazione sarà sviluppata dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige nell'ambito del progetto "Pollini Trentino", finanziato dalla Fondazione per la Valorizzazione della ricerca trentina (Vrt), all'interno del 9/o bando "Women Innovators".

Lo strumento segnalerà mediante notifica quali sono i pollini presenti durante la stagione, fornendo informazioni sulle concentrazioni in aria e la tendenza.

Il progetto impiegherà le tecnologie più innovative e i dati scientifici ottenuti dal centro di monitoraggio aerobiologico Fem con l'obiettivo di migliorare la possibilità di diagnosi, prevenzione e cura dei sintomi allergici, aumentando l'efficienza e la specificità delle informazioni sui pollini allergenici presenti in aria, e rendendole facilmente accessibili ai medici ed alla popolazione allergica.

Le allergie da polline sono caratterizzate da stagionalità e ricorrenza nel tempo, in collegamento con i ritmi di fioritura delle piante ed hanno seri effetti sulla qualità di vita e sullo stato di salute, con alti costi sanitari e sociali, che riguardano il 20% della popolazione, e fino al 40% dei bambini.

«Con questo clima la concentrazione dei pollini nell’aria è destinata a crescere, ma anche il periodo dell’impollinazione è destinato a dilatarsi. A questo si aggiunge l’aumento dell’igiene che porta le persone a non entrare in contatto con batteri e quindi a non sviluppare i necessari anticorpi. Secondo studi scientifici, precisa la specialista, nel 2040 un cittadino su due sarà allergico», ha spiegato al quotidiano Corriere delle Alpi Irene Martignago, allergologia dell’ospedale di Feltre (Belluno), struttura di riferimento anche per i cittadini trentini del Primiero.

E a proposito del servizio dell'Ulss Dolomiti, si osserva che c'è stato un calo del personale sanitario dedicato proprio alle allergie, a fronte invece di un aumento dei casi da curare.

Il problema a monte, con il clima più mite d'inverno, è la fioritura che in qualche caso non ha sosta e con lei i pollini nell'aria: si rischia una qualche forma di allergia 365 giorni l'anno, anche se le punte restano in primavera.

Si è ormai constatato che graminacee e la parietaria hanno fioriture più lunghe e che piante come betulla, frassino e cipresso fioriscono prima.

Per chi vive in montagna significa esposizione probabile anche a quantità maggiori e anche a pollini che un tempo erano meno diffusi o assenti.

Il Centro allergie svizzero, per esempio, spiega nel proprio materiale informativo che lo spostamento temporale della stagione pollinica: per la betulla e il frassino indica circa 2–3 settimane di anticipo rispetto a vent’anni or sono, quella delle graminacee di circa dieci giorni.

Inoltre, scrivono gli esperti svizzeri, si presume che con l’innalzamento delle temperature aumenti la produzione di polline, ma per ora su ciò non esistono evidenze. Uno scenario che potrebbe, però, forse, verificarsi in futuro, così come è probabile un ulteriore anticipo della stagione pollinica.

Va poi considerata, nello scenario futuro, la possibile comparsa di nuove piante allergeniche, cioè l'immigrazione di vegetazione (mediterranea) amante del caldo. "Le nuove specie allergeniche possono far aumentare la durata dei sintomi o provocare allergie in ancora più persone".

BOLLETTINO

 

Oggi il Centro di monitoraggio di San Michele all’Adige ha deiffuso il report della settimana n. 19 dal 15 al 21 maggio 2023. Eccolo.

Carpino nero: concentrazione bassa, in calo. Poacee: concentrazione media, in aumento. Urticacee: concentrazione media, in aumento. Piantaggine: concentrazione bassa, in aumento. Altri pollini: pinacee, faggio, cupressacee, orniello e quercia. Spore di alternaria in concentrazione media, in aumento.

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