Sanità / Il caso

Protesta e le anticipano la risonanza: la donna ha chiesto di aggiornare gli elenchi per ottenere il rimborso

Il Cup le aveva dato un appuntamento a luglio con Rao D, non urgente certo ma ma importante per il marito che si trova nell'impossibilità di lavorare e, essendo un lavoratore autonomo, a non avere entrate per sostentare la famiglia. Poi la telefonata: l’esame sarà settimana prossima

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di Patrizia Todesco

TRENTO. Che per alcune prestazioni l'Azienda sanitaria trentina non riesca a rispettare i Rao non è una novità. Lo stesso direttore Ferro, nel presentare il Programma di sviluppo strategico, ha ammesso le criticità. Radiologia è sicuramente tra i reparti più sotto pressione. Manca personale e le richieste sono tante. Risultato: i tempi si allungano.

Ad una paziente che tramite lettera aveva segnalato all'assessora Stefania Segnana il problema dei tempi, ma soprattutto il fatto che questo tipo di esame non rientra tra quelli che prevedono un rimborso se ci si rivolge al privato, il problema è stato risolto. Se attraverso il Cup la risonanza era stata fissata per luglio, dopo la lettera in assessorato è miracolosamente stato trovato un appuntamento per la prossima settimana.

«Io posso solo sperare che queste segnalazioni non cadano nel vuoto e possano portare la giunta e chiunque le seguirà in futuro a una riflessione profonda su queste tematiche e soprattutto a un'azione concreta che riesca a incidere positivamente sulla famiglie e sulla loro salute. Invito quindi tutte e tutti voi a far seguire alla vostra giustissima indignazione anche qualche forma di azione pacifica: telefonate, scrivete a chi ha la responsabilità e la possibilità di cambiare lo stato delle cose, cercate di fare in modo che qualcosa si muove», scrive la donna in un post su Facebook.

Ma facciamo un passo indietro e andiamo alla lettera inviata all'assessora Segnana. Una mail nella quale la signora evidenziava i ritardi nel ricevere una prestazione di Rao D, certo non urgente ma importante per il marito che si trova nell'impossibilità di lavorare e, essendo un lavoratore autonomo, a non avere entrate per sostentare la famiglia. «Mi permetto di contattarla per segnalare un problema che sta interessando la mia famiglia ma che ho sentito riportare in diverse occasioni da più voci ormai esasperate» scrive la donna all'assessora.

«Come sicuramente saprà le liste di attesa per prenotare prestazioni con impegnativa tramite Servizio sanitario nazionale sono talvolta molto più lunghe di quanto ci si aspetterebbe. Nel caso specifico della mia famiglia, mi sono trovata a contattare il Cup per prenotare una risonanza magnetica con rao D (60 giorni) e la prima disponibilità che mi è stata data è il 21 luglio 2023, quindi ampiamente fuori dal termine». Ma fino qui nulla di nuovo.

La donna aggiunge il secondo problema. «Effettuando una ricerca online scopro che dovrebbe essere disposto un rimborso da parte dell'Apss qualora si fruisca di prestazioni in regime privatistico delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale con maggiori volumi di liste di attesa. Scopro però contestualmente che la delibera che individua quali sono le prestazioni rimborsabili è del 2021 (allegato B della delibera G.P. 2126 del 03/12/2021) e la lista non prevede periodici aggiornamenti, pertanto la risonanza di cui abbiamo bisogno e che evidentemente non rispetta i tempi di erogazione previsti non verrà comunque rimborsata, perché non rientra nella lista».

La discrepanza tra tempi d'attesa del privato con il pubblico e i costi delle prestazioni eseguite in libera professione è l'altro nodo. «Come immaginerà, prenotando in regime privatistico possiamo ottenere la risonanza di cui abbiamo bisogno entro un paio di giorni, ma ciò ovviamente avrà un costo per la nostra famiglia non indifferente: 140 euro, senza poi contare i successivi approfondimenti che si renderanno necessari e che molto probabilmente dovremo nuovamente prenotare in regime privato, perché il ginocchio a mio marito serve ora, non fra 4 mesi, visto che mantiene la sua famiglia con un lavoro fisico che svolge da artigiano autonomo, quindi senza alcuna possibilità di fruire di periodi di malattia coperti da Inps».

«Contattando Apss le indicazioni sono chiare e univoche: l'allegato B della delibera GP 2126 del 2021 è il documento di riferimento, non importa che non sia aggiornato alla realtà dei fatti, non importa che la prescrizione e la normativa prevedano un termine che la lista d'attesa non consente di rispettare, non importa che la vicina provincia di Bolzano abbia aggiornamenti mensili».

La richiesta della donna all'assessora è che venga aggiornato anche in Trentino l'elenco delle prestazioni in modo che venga previsto un rimborso per tutte quelle che non rispettano le tempistiche previste dalle prescrizioni mediche e dalla normativa. Intanto, grazie alla lettera inviata all'assessora, il problema di questa famiglia è stato risolto. Alla signora e al marito è andata bene. Dispiace per i tanti anziani e i fragili che voce e possibilità di protestare non ne hanno e che sono costretti a subire i tempi che in alcuni campi si stanno dilatando anche per le urgenze.

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