Pandemia / I numeri

Covid, allarme Gimbe: anche in Trentino molti casi non emergono

Il report sui dati ufficiani indica un miglioramento dell'incidenza del virus in regione ma la situazione reale non è misurabile, Cartabellotta: "È sottostimata almeno del 50%", sia per l'uso di tamponi fai-da-te, sia per il mancato test su personecon sintomi lievi". Su base nazionale ricoveri con sintomi in aumento

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TRENTO. I nuovi casi di Covid-19 sono rimasti sostanzialmente stabili nella settimana fra il 25 novembre e il primo dicembre rispetto alla settimana precedente, secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. Tuttavia "il numero dei nuovi casi settimanali non è più un indicatore affidabile della circolazione virale, sottostimata almeno del 50%", rileva il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta.

Il numero dei positivi non è affidabile, aggiunge, "sia per l'utilizzo diffuso di tamponi 'fai da te', sia per il mancato testing di persone asintomatiche o paucisintomatiche".

In Trentino Alto Adige, secondo il report di Gimbe, migliora l'incidenza settimanale per 100.000 abitanti. In Alto Adige il dato è pari 186,8 e si evidenzia una diminuzione dei nuovi casi (-21,1%) rispetto alla settimana precedente. Sotto media nazionale i posti letto in area medica (5%) e in terapia intensiva (1%).

I nuovi casi per 100.000 abitanti dell'ultima settimana per la provincia di Trento sono pari a 271 (-8,4% rispetto alla settimana precedente).

I nuovi casi per 100.000 abitanti dell'ultima settimana per la provincia di Bolzano sono pari a 181 (-21,4% rispetto alla settimana precedente). In Trentino l'incidenza per 100.000 abitanti è 271,1 e si evidenzia una diminuzione dei nuovi casi (-8,4%) rispetto alla settimana precedente. Sotto media nazionale i posti letto in area medica (10,1%) e in terapia intensiva (1,1%).

A livello medio nazionale, nella settimana fra il 25 novembre e il primo dicembre, rispetto alla precedente, i ricoveri con sintomi sono aumentati dell'11,1% (845 in più, da 7.613 a 8.458), e i ricoveri nelle terapie intensive sono aumentati del 28% (70 in più, da 250 a 320).

Lo indica la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio indipendente. Nello stesso periodo si osserva anche un aumento dei decessi pari al 9,5% (da 580 a 635, ossia 55 in più, 14 dei quali riferiti a periodi precedenti).

Vaccinazioni anti Covid-19 ancora in calo in Italia, sia nella prima dose (-1,3%) sia nella terza e la quarta (che al momento ha una copertura del 26,9%), mentre sulla quinta non si hanno ancora dati ufficiali; le persone non vaccinate nel nostro Pese sono 6,7 milioni. Lo indica il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, relativo alla settimana dal 25 novembre al primo dicembre.

In termini assoluti, i posti letto occupati in area critica, dopo aver raggiunto il minimo di 203 il 10 novembre, sono saliti a 320 il primo dicembre; in area medica, dopo aver raggiunto il minimo di 6.347, l'11 novembre, hanno raggiunto quota 8.458 il primo dicembre, osserva il direttore operativo della Fondazione Gimbe, Marco Mosti. Al primo dicembre, prosegue, il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 13,3% in area medica (dal 5% della provincia autonoma di Bolzano al 35,5% dell'Umbria) e del 3,2% in area critica (dall'1% della provincia autonoma di Bolzano al 6,5% dell'Emilia-Romagna). "Aumentano gli ingressi giornalieri in terapia intensiva - rileva - con una media mobile a 7 giorni di 40 ingressi al giorno rispetto ai 30 della settimana precedente".

Per quanto riguarda i nuovi vaccinati, nel periodo 25 novembre-primo dicembre sono diminuiti dell'1,3%, dai 1.084 della settimana precedente a 1.070. In controtendenza la fascia d'età fra 5 e 11 anni, che registra un incremento del 3,4% rispetto alla settimana precedente con 213 nuove vaccinazioni, pari al 19,9%. Diminuiscono invece del 12,7% le prime dosi fra gli over 50 (407).

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