Salute / L'evento

Cure del cancro, consegnato a Trento il premio Pezcoller allo scienziato statunitense Rosenberg

Il presidente della fondazione, Enzo Galligioni: "È il padre della moderna immunoterapia dei tumori. La sua scoperta in oncologia equivale a quella della penicillina in medicina"

TRENTO. Lo scienziato statunitense Steven A. Rosenberg ha ricevuto a Trento, nell'ambito di una cerimonia organizzata al Teatro Sociale, il 25° Premio Pezcoller-Aacr.

All'evento, assieme al presidente della Fondazione Pezcoller, Enzo Galligioni, e alla presidente del comitato internazionale di selezione, Lisa Coussens (presidente Aacr), erano presenti il sindaco, Franco Ianeselli, e il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Mario Tonina.

Il premio prevede un assegno da 75.000 euro. "Rosenberg è il padre della moderna immunoterapia dei tumori.

La sua scoperta in oncologia equivale a quella della penicillina in medicina", ha detto Galligioni, prima della consegna del premio. Rosenberg è lo sviluppatore del primo farmaco immunoterapico approvato da Fda. Nato nel 1940, si è laureato in medicina nel 1964 alla Johns Hopkins University (Baltimora); ha svolto un dottorato di ricerca in biofisica all'Università di Harvard e una specializzazione in chirurgia ed in immunologia a Boston. Attualmente è direttore della divisione di chirurgia al National Cancer Institute di Bethesda (Usa) e docente di chirurgia alla George Washington University School of Medicine. È autore di più di 30 libri e circa 1.170 articoli scientifici, con oltre 169.000 citazioni.

"Partito come chirurgo ed immunologo, Rosemberg ha saputo comprendere e svelare alcuni tra i più complessi meccanismi della risposta immunitaria e come dalle sue intuizioni siano derivati un numero crescente di applicazioni e farmaci, entrati ormai nella pratica clinica quotidiana", ha spiegato Coussens.

La terapia immunologica si aggiunge ai tradizionali metodi di cura della chirurgia, chemioterapia e radioterapia.

"Ma una persona su cinque che si ammala di cancro continuerà a morire se non troviamo metodi migliori per affrontare questa patologia", ha concluso Rosenberg.

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