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La regina dei cocktail: la trentina Linda Gentilini trionfa al Merano Wine Festival come «miglior bartender» - IL VIDEO

Una gara appassionante, giocata anche sulle «mistery box»: inventare un cocktail con tre ingredienti comunicati all’ultimo minuto. E la «lady gin» di Trento li ha stesi tutti

di Gigi Zoppello

TRENTO. La trentina Linda Gentilini, vive a Palù di Giovo ed ha un bar nel capoluogo, è la miglior bartender di cocktail secondo il prestigioso Merano Wine Festival. Una rassegna ormai di livello mondiale, che da tempo ha allargato i suoi interessi dai vini (solo i migliori), a tutto l'universo del cibo e del bere (compreso il “bere miscelato”).

Durante il Festival meranese, una sezione (Itinerari Miscelati) si dedica ogni anno a ricercare l'eccellenza fra i migliori barman creativi. Lo fa con una gara durissima: i concorrenti (che non possono iscriversi, ma vengono scelti dagli esperti di Wine Hunter dopo ispezioni in incognito nei bar) debbono misurarsi a suon di cocktail. Nella prima fase, tre diversi dei quali due scelti dal concorrente, e uno da creare al momento con una “mistery box”.

Al bartender, cioè, viene data una scatola con tre ingredienti. E con quelli deve creare un cocktail in 15 minuti: scrivere la ricetta, depositarla dal notaio, e poi metterla in pratica. E viene giudicata da una severissima giuria di addetti ai lavori.

Linda Gentilini si è fatta strada nella prima giornata, risultando la vincitrice della manche. Ha avuto così accesso alla finalissima, dove quattro bartender si dovevano sfidare, esclusivamente con mistery box. Unica donna in gara, ha sbaragliato la concorrenza ed ha vinto il titolo di “Wine Hunter Globe Platinum – Miglior bartender categoria cocktail” del Merano Wine Festival 2021 (era l'edizione del trentennale).

Per Linda, che a Trento gestisce il cocktail bar “Accademia del Gin” in vicolo dell'Accademia, (dietro Santa Maria Maggiore) non è stata una sorpresa: «Arrivata alla finalissima, ero l'unica donna; ho detto ai tre concorrenti, tutti bravissimi ed agguerriti: mi spiace per voi, perché vi batterò tutti, E così è stato».

Quando il cocktail è arte: Linda Gentilini (Accademia del Gin) ci spiega come si arriva al drink perfetto

Linda Gentilini, grande esperta di cocktail e titolare, a Trento, dell’Accademia del Gin, è stata premiata al Merano Wine Festival come migliore bartender nella categoria cocktail. Abbiamo cercato di farci spiegare i suoi segreti.

Il fatto è che nella sua mistery box c'erano ingredienti davvero impossibili: «Sì, era una scatola diciamo cattivella. Ma è stato fantastico. Perché ho dovuto creare un cocktail, abbinato al food proposto, con dell'acquavite di mele e champagne, un vino rosso del Salento, e un aperitivo Cora. In abbinamento col food avevo la banana e cioccolatini fondenti e di cacao bianco. Insomma, il peggio che possa capitare ad un bartender».

Eppure.... «C'era anche un tema da rispettare, e il tema della finalissima era “Le Ali della Bellezza”. Ed io ho chiamato il mio cocktail “Verso Venere”, perché il cocktail era in coppetta, era un cocktail liscio ed era di un rosso intenso dato dal vino, e quindi l'ho chiamato così».

Per Linda Gentilini un riconoscimento dopo anni di lavoro, studio e passione.

Come si diventa bartender da cocktail di livello? «Bisogna studiare, bisogna studiare tanto, non sentirsi mai arrivati, fare squadra soprattutto e rimanere umili, perché nel nostro mondo c'è sempre da imparare, ma non bisogna mai improvvisarsi. Bisogna sempre studiare, studiare, studiare...» dice la campionessa. E magari qualcuno troverà questa frase adatta anche ad altri ambiti lavorativi.

Studio, umiltà e impegno, quindi. Ma Linda Gentilini quando parla del suo lavoro parla spesso di passione, e di poesia. Perché non basta che il cocktail sia buono e sia fatto molto bene. «Sì, quando io creo un cocktail spero sempre che il mio avventore mentre lo beve abbia una sorta di ricordo; mi piace regalare un'emozione, non solo un cocktail. Per me bere una mia creazione dev'essere un'esperienza sensoriale, cha parte dal cuore, che arriva alla mente e che arriva alla pancia, naturalmente».

Nel suo locale di Trento, però, questa professionista si dedica soprattutto al gin. E di gin, Linda, ne sa tantissimo. «Io amo il gin, da tanti anni, molto prima che diventasse di moda. E quando ho deciso di aprire il locale qui a Trento mi sono detta: cosa manca a Trento? Manca una gintoneria. E così ho fatto questo locale, dove ci sono 370 etichette di gin, e i miei cocktail girano tutti intorno al gin. Perché il gin non è soltanto gin tonic».

Ma a Trento, c'è pubblico per un locale così? «Assolutamente sì. Non mi piace vincere facile, sono sincera. Perché il Trentino è terra di vino, è terra di grappe, è terra di birre. Ma stanno iniziando ad apprezzare anche il gin. Ho molti clienti trentini, oltre ai turisti che arrivano qui perché mi trovano su Google».

Poi però Linda è pronta a misurarsi anche con tutti gli altri miscelati. «Io sono innamorata degli Internazionali, però quelli del 1961 quando è stata fondata l'IBA, International Bartender Association che proprio in quegli anni definì la lista ufficiale dei cocktail. Io faccio prevalentemente cocktail basati sul 1961. Poi – dice Linda – ci sono tutte le mie altre creazioni, perché io oltre ad amare il gin, faccio speziology».

E' una cosa da vedere: Gentilini sperimenta continuamente, come una moderna alchimista botanica: bottiglie di ogni colore, fatte con infusioni di erbe di campo, di frutte, di fiori. E rimane memorabile, per chi l'ha provato, il whisky ai funghi porcini, che serve insieme ad un pezzo di Boletus Edulis secco come chip.

«Creo cocktail con materie prime fresche, amo i colori, e quindi i miei drink sono tutti super-colorati, ma tutti naturali». Un mondo, e in questo mondo Linda Gentilini è una maga, una demiurga.

Dopo i trionfi di Merano, per Linda arriva un inverno di lavoro. Alla ricerca di altri mix. Alla ricerca di altre esperienze sensoriali.

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