Sanità / Il caso

Cure palliative, l'Apss invia a una donna deceduta una fattura di 3 euro e pure il sollecito di pagamento

Lo segnala il consigliere provinciale Pd Luca Zeni, che in una interrogazione chiede alla giunta di adoperarsi affinché i percorsi positivi del sistema di cura non siano vanificati dalla "fredda e cinica applicazione di meccanismi burocratici"

IL CENTRO Cure palliative, il servizio trentino per pazienti in condizioni estreme

TRENTO. "Ai familiari di una giovane moglie e madre deceduta, è stata recapitata in data 1° luglio 2021 una lettera indirizzata alla donna stessa, oltre 2 mesi dopo la scomparsa, per il pagamento di 3,00 (tre) euro come quota di compartecipazione per 'assistenza domiciliare integrata – cure palliative – quota oraria assistenza domiciliare', con bollettino allegato, con destinatario indicato il nome della 'cliente'. La comprensibile reazione di una famiglia, che da poco ha perso una moglie e una madre, è di dispiacere e indignazione".

L'accaduto è descritto in una interrogazione appena depositata in Provincia dal consigliere Pd Luca Zeni, che chiede all'Azienda sanitaria maggiore attenzione e una "umanizzazione" della burocrazia legata alle cure palliative.

"Una lettera - scrive ancora Zeni - che l’Azienda sanitaria avrebbe dovuto sapere essere rivolta ad una persona scomparsa, peraltro con un retrogusto di ridicolo per la richiesta di pagamento di 3 euro.

Peraltro, essendo la destinataria della missiva deceduta, non ha evidentemente provveduto a pagare i 3 euro richiesti per le sue cure palliative, e così in data 16 settembre 2021 l’azienda sanitaria ha provveduto ad inviare un sollecito di pagamento alla “cliente” inadempiente, da effettuare entro 15gg, o 'l’ufficio provvederà al recupero del credito ai sensi di legge, con l’aggravio delle spese'.

In questo caso per la famiglia l’indignazione non è dovuta tanto al pagamento di una cifra così modesta da non giustificare una procedura amministrativa in un settore così delicato come quello delle cure palliative, ma il fatto di vedere la richiesta indirizzata alla moglie e madre scomparsa".

Il consigliere provinciale, che in premessa sottolinea il grande valore delle cure palliative in Trentino, osserva: "Con la presente interrogazione si intende segnalare il rischio che gli obiettivi cercati e i percorsi positivi avviati siano in parte vanificati dalla fredda e cinica applicazione di meccanismi burocratici".

Zeni si rivolge dunque alla giunta provinciale per chiedere "se non si ritenga opportuno, vista la delicatezza dell’ambito delle cure palliative, individuare una quota di compartecipazione minima, al di sotto della quale ritenere esente il destinatario e la sua famiglia dal pagamento, per evitare di sfiorare il ridicolo, riaprendo ferite dolorose con richieste di pagamento di soli 3 euro".

Inoltre, l'esponente Pd sottolinea il problema dei processi burocratici per cui si chiede un pagamento a una persona deceduta.

Perciò Zeni chiede "per quale motivo, risultando nella banca dati dell’Azienda sanitaria il decesso di un proprio assistito, la stessa non invii la richiesta agli eredi, invece che al defunto; se non si ritenga opportuno prevedere, all’interno del percorso delle cure palliative, la possibilità di concordare con la famiglia un referente per ogni comunicazione che l’Azienda sanitaria dovesse svolgere, comprendendo anche quelle relative a eventuali pagamenti, per evitare di inviare richieste di pagamento e solleciti ad una persona deceduta; se si è a conoscenza del fatto che l’avvio di un’azione di recupero credito nei confronti di una persona deceduta comporterebbe l’interruzione della procedura e la necessità di riassumerla nei confronti degli eredi, e per tale motivo le richieste di pagamento, quando si è a conoscenza della morte del debitore, dovrebbero essere richieste agli eredi dello stesso".

Nel documento, Zeni si sofferma anche sull'importanza del sistema costruito in Trentino per assistere i pazienti in condizioni estreme e le loro famiglie.

"Uno dei momenti più difficili - scrive - da affrontare per ogni persona e per ogni famiglia, è quello del fine vita di una persona amata.

Affrontare la fase terminale di una malattia spesso lunga e dolorosa mette a dura prova anche le famiglie più unite, ed una delle priorità per la sanità pubblica deve essere la ricerca di ogni strumento che possa creare il miglior contesto possibile per affrontare tale sofferenza.

A questo fine nel corso degli anni in Trentino è stata creata la rete delle cure palliative e la rete delle cure palliative pediatriche, con professionisti preparati ed attenti, sia nell’assistenza a domicilio, sia all’interno degli Hospice realizzati a Mezzolombardo, Trento, Mori.

Oltre all’assistenza clinica, risulta particolarmente importante la capacità di creare una relazione tra professionisti sanitari, paziente e familiari, in applicazione di quel principio di umanizzazione che ormai da molti anni è indicato come la stella polare per una sanità più vicina alla persona".

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