Outdoor / Le cifre

Nell’anno del lockdown, un «boom» di passaggi di bici sulle piste ciclabili

I numeri dei «sensori» piazzati in tutto il Trentino: da Nomi alla Val di Sole, alla val di Fassa, aumentati i passaggi rispetto all’anno prima (mentre sono calati gli utenti a piedi, causa restrizioni)

di Domenico Sartori

TRENTO. Nell'anno del Covid, nei mesi del lockdown duro che impediva qualsiasi spostamento, la bicicletta ha continuato a "pedalare". Al punto da confermare, nel 2020, i dati del 2019.

Vero, basta entrare in un negozio di biciclette e provare a comprarne una, per capire che proprio la pandemia ha esercitato un effetto-leva, facendo impennare l'interesse verso la due ruote dolci, a pedalata muscolare o assistita che sia.

Ad ogni modo, proprio in ragione dei mesi di stop forzato imposto dal Covid-19, i dati dei passaggi sulle ciclabili del Trentino nel 2020, suonano come clamorosi: 2.120.438 passaggi, appena sotto il dato del 2019 (2.136.058). Un calo di appena l'1% (-15.620).

Ma attenzione: il numero dei passaggi comprende anche quello dei pedoni. Il leggero calo dipende proprio dai camminatori in movimento sulle ciclopedonali, passati da 408.333 a 372.088. Se invece si considerano solo i ciclisti, c'è stato un incremento: da 1.727.725 a 1.748.350 passaggi.

Le bici in transito sulle principali ciclopedonali del Trentino rappresentano dunque l'82% dei passaggi, i pedoni il 18%. E sono, si badi, dati veri, non semplici stime. Perché la Provincia ha piazzato i "contabici" nei punti strategici.

In particolare sono quattro i nodi che hanno, per quanto riguarda le biciclette, non solo tenuto, ma anche aumentato in modo significativo il numero dei passaggi.

Quello della pista ciclopedonale in valle dell'Adige, a Nomi, in primis, dove il balzo è stato in assoluto il più clamoroso, da 128.067 a 206.262 passaggi di ciclisti, a fronte, invece, di un più che dimezzato nuemero di pedoni (da 86.583 a 37.596).

E, poi, i passaggi sulla ciclopedonale della val di Sole, registrati a Monclassico (aumentati da 56.285 a 68.402), quelli contati in val di Fiemme, a Tesero (da 74.485 a 84.683), e della val di Fassa, al ponte sul Rio Soal (da 94.208 a 110.039).

In tutte gli altri punti dove sono piazzati i "contabici", c'è stato un leggero decremento che, appunto, al tempo di Covid, si rivela però un successo.

L'Alto Garda si conferma il regno dell'outdoor e della mobilità su due ruote. Nel 2020, ha registrato un calo significativo (da 384.393 a 338.380 passaggi ad Arco), ma è pur sempre un dato da primato: qui, in media, si registra il 20% dei passaggi complessivi sulle ciclopedonali del Trentino.

Ai 13 punti principali, si è aggiunto il "contabici" di Sarnonico, lungo la pista dei Praidiei, che ha misurato un incremento da 37.335 a 45.596 passaggi.

All'ufficio infrastrutture ciclopedonali della Provincia, diretto da Sergio Deromedis, si sono messi a fare di conto, stimando i benefici portati nel 2020 dall'uso delle "piste" da parte di ciclisti e pedoni: 3.302.200 litri di carburante evitati e ridotte emissioni di CO2 (anidride carbonica) per 7.436.658 chilogrammi.

Parimenti, una riduzione delle emissioni di NO2 (biossido di azoto) per 19.407 kg e di PM10 (polveri sottili) di 1.354 kg. Calcolando anche l'impatto economico immediato, in termini di minore numero di chilometri percorsi con le vetture: camminare e, soprattutto, pedalare, rapporto ai 45.500.000 km percorsi a piedi e in bici, equivale a 22,8 milioni di euro di costi evitati.

Benedette ciclopedonali, vien da dire. Anche per il portafogli.

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